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Plusvalenza. Termine abusato nel calcio moderno ma che testimonia come il valore di un giocatore, in uno sport dove ormai le bandiere non esistono più, possa essere messo sul mercato in qualsiasi momento e al miglior prezzo possibile.

E magari l’affare va fatto, cioè si devono ottenere più soldi di quelli spesi per acquistarli.

In casa rossoblucerchiata ci sono alcuni esempi di giocatori che rappresenteranno plusvalenze in caso di cessione a fine stagione o, che, comunque, rappresentano un tesoretto importante per la società.

Il caso più clamoroso, nel Genoa, è Mattia Perin: arrivato giovanissimo in rossoblù già al momento del suo approdo a Pescara valeva, secondo la bibbia economica e statistica del mercato, Transfertmarkt.it, 6, 5 milioni. Ora, dopo la convocazione in nazionale ne vale 10. Ma ci sono anche altri casi, come Luca Antonelli, che quando arrivò dal Parma valeva 3,5 milioni e ora costrebbe il doppio. Oppure Vrsalijko passato dalla Dinamo Zagabria al Genoa questa estate e che ora vale circa 7.5 milioni, 2.5 più del suo valore d’acquisto.

In casa Sampdoria chi sta facendo benissimo, con tanto di convocazione nella nazionale tedesca, è Mustafi:arrivato dall’Everton a prezzo di saldo ora vale 4 milioni. Mihajlovic ha rivalutato anche Soriano ma i casi più clamorosi sono Eder, che dai 4 milioni di quando arrivò dal Cesena ora ne vale 7, a Manolo Gabbiadini il cui cartellino è in vertiginosa ascesa assestandosi ora sui 9.5/10 milioni di euro.

Milioni di cartapesta, tipo quelli del monopoli, milioni che fanno gola alle casse delle società ma i tifosi hanno sempre una speranza. Che i loro idoli non lascino mai la maglia del cuore, anche se nel calcio moderno queste cose succedono molto più spesso che un tempo.