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Il tema della sfiducia lanciata da Gasperini e’ bello tosto, un bel problema. il tecnico del Genoa avverte un’aria pesante nei confronti di se stesso e dei giocatori. inutile fare finta di niente, l’allenatore ha ragione.

Basta guardare su alcuni siti, basta stare seduti un  tempo vicino alla tribuna inferiore, il loggione nobile del Ferraris che in  cambio del, noi paghiamo caro possiamo dire quello che vogliano, all’8’ del primo tempo con l’udinese chiedevano la testa di Konate,  fino a parlare di partita venduta dopo il 2-0 dei friulani.

Una via crucis penosa ed imbarazzante che si e’ spenta al gol bellissimo di Konate per la rete che ha riaperto il match.

una rete  del ventenne che e’ stato colto quasi come iattura da parte dei franchi tiratori appollaiati pure in tribuna stampa. i guru dell “io l’avevo detto che era meglio Liverani”, sono stati mortificati ed erano senza parole, quanto quelli, tanti, che erano sbigottiti dall’aria da primavera araba che si avvertiva nei dintorni.
Al terzo gol fiulano ad inizio ripresa non ci sono state scene di giubilo solo perche’ tutto e’ nato da un rigore contro il Genoa opinabile. Questo ha un po’ unito per amor di patria i contestatori, i vedovi degli allenatori passati e peraltro pure loro sbeffeggiati, questi sì a ragione, e grazie ad un tifo calorosissimo della nord e dei distinti la squadra del gasp sempre sotto corte marziale, ha dato il bianco facendo due gol e sfiorandone altrettanto.  Nessuno ha fiatato neppure su Konate trattato nel complesso peggio di Papa Waigo, ricordate?  Spesso osannato al minimo scatto in  avanti.

Al termine di un match che col cuore non ha nulla, (il genoa se rimonta ha solo grinta, ma basta!) perché’ c’è stata la tecnica di fetfa la forza fisica del gruppo e le scelte dell’allenatore, quello che al 35’ del primo tempo era un  emerito imbecille, che ha avuto le palle di schierare quattro attaccanti con cambi magari fortunati ma azzeccati che hanno steso anche l’arbitro tagliavento propenso a far finire la gara diversamente dal 3-3.

Insomma il calcio fa parlare e tacere, d’accordo, e’ il bello di questo sport, ma sul tappeto ora c’e’ questo caso da non sottovalutare. trentuno punti non bastano, partite alla garibaldina neppure, dare fiducia a ragazzotti come Konate e Sturaro neppure. un gioco al massacro che puo’ lasciare il segno. quello che evidentemente non e’ successo dopo due anni e mezzo a dir poco travagliati con salvezze raggiunte nelle ultime 48 ore della stagione.

Farsene un  ragione e’ dura, ma se si vuole di nuovo un replay, basta mandar via Gasperini e aspettare un  attimo per riavere con sommo gaudio Malesani.