porti e logistica
Terzo valico, smarino e espropri
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La decisione di definanziare il secondo lotto del Terzo Valico, contenuta nel decreto legge recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, ha suscitato preoccupazione a Genova, nella sua comunità portuale e in tutta la Regione.
E’ vero che il governo ha inserito in altro provvedimento un finanziamento alternativo. Tuttavia tale finanziamento è destinato ”con priorità” a Terzo Valico e Brennero. Quindi non è escluso che esso possa essere destinato anche ad altre opere e comunque sarà il CIPE a decidere come esso verrà ripartito tra le due opere indicate e pertanto non c’è al momento una indicazione ufficiale su quanto verrà destinato al secondo lotto del valico dei Giovi; che peraltro aveva già subito recentemente una sottrazione di risorse in favore degli interventi di manutenzione ordinaria della rete ferroviaria, che il governo si era impegnato “a restituire” al più presto.
Ma a parte la questione della quantità delle risorse, è ancora più preoccupante il problema della tempistica. Basti pensare che dopo la decisione del governo sul finanziamento precedente, il secondo lotto (dopo la delibera CIPE, la registrazione da parte della Corte dei Conti, il decreto interministeriale, ecc.) divenne operativo solo dopo più di un anno. A questo si aggiunga che le risorse per il valico (e per il Brennero) saranno disponibili solo a partire dal 2015, in ragione di 120 milioni l’anno per dieci anni.
Non è chiaro come il concessionario possa procedere a espropri e appalti prima della disponibilità effettiva delle risorse. Inoltre la durata del secondo lotto è assai più breve dell’ipotizzato periodo di finanziamenti e anche questo può creare ostacoli alla rapida realizzazione dell’opera. Del resto se non vi fossero problemi sui tempi e sul tiraggio di cassa, come il governo ha detto in questi giorni, non si capisce perché non si potrebbero usare le “risorse nuove” per le nuove opere da finanziare, lasciando quelle “vecchie” al valico. Le verifiche fatte con diversi uffici non hanno fatto altro che aumentare le nostre preoccupazioni.
Il Consiglio regionale e quello comunale, ne discuteranno la prossima settimana, ma non è un caso che si sia manifestata un’opposizione a un pronunciamento rapido delle due assemblee da parte delle forze che si oppongono alla realizzazione di quest’opera.
Alcuni interventi hanno giustificato l’atteggiamento del governo con la difficoltà a reperire siti idonei all’abbancamento del materiale di scavo. In effetti, nonostante sia stato firmato con il governo da ben 2 anni un accordo di programma e siano disponibili tutte le risorse, l’autorità portuale di Genova non ha mai ricevuto i fondi per procedere al “ribaltamento a mare” del Cantiere Fincantieri di Sestri Ponente, opera importante per raccogliere lo “smarino” ma soprattutto fondamentale per dare un futuro a quel cantiere.
Un governo del “fare” non potrebbe più definirsi tale se non fosse capace di porre rimedio in pochi giorni ad un ritardo così scandaloso (tanto più che tutte le risorse sono da tempo disponibili). E tuttavia, lavorando seriamente abbiamo a disposizione, già da ora alternative capaci di soddisfare l’esigenza del concessionario senza perdere un solo giorno di lavoro. Chi volesse continuare ad usare questi argomenti (e non mi riferisco certo ai membri del governo in indirizzo) giocherebbe contro il futuro di questa Regione, esattamente come quelli che sono contrari all’intervento.
Vi chiedo pertanto di rendervi disponibili a una immediata discussione al fine di correggere una impostazione che potrebbe anche dare origine a un contenzioso, non privo di rischi, tra governo e concessionario.
Cordiali saluti.
Claudio Burlando
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