Oggi, nella giornata dell’economia e della trasparenza, la Camera di Commercio traccia l’identikit del giovane imprenditore genovese: maschio, preferisce l’entroterra e le attività ricettive. Sono quasi 7.000 le imprese under 35 in provincia di Genova, quasi il 10% del totale delle iscritte al registro della Camera di Commercio (9,6% contro una media nazionale dell’11,5%) e sono sostanzialmente stabili rispetto al 2011.
“Quest’anno, d’accordo con Unioncamere nazionale, abbiamo deciso di dedicare la giornata dell’economia a un tema portante – commenta Maurizio Caviglia , segretario generale della Camera di Commercio di Genova- quello dei giovani imprenditori, perché il lavoro dei giovani, sia esso autonomo o dipendente, è il punto su cui si giocano le possibilità di ripresa della nostra economia e del nostro paese. Il secondo focus è sulla trasparenza e la legalità, argomento che le Camere di Commercio hanno scelto di affrontare, come sempre, con iniziative molto concrete, nel tentativo di rimuovere uno degli ostacoli principali alla competitività internazionale delle nostre imprese. Per i nuovi imprenditori è operativo il Servizio Nuova Impresa presso il Centro Ligure della Produttività (CLP) in sinergia con le Associazioni di categoria locali, che assiste gli aspiranti imprenditori nelle fasi antecedenti la creazione d’impresa”.
Secondo il rapporto “giovani e imprenditorialità”, l’82% delle under 35 genovesi sono imprese individuali, 2/3 delle quali si trovano nel capoluogo. Oltre a prediligere le micro-imprese, i giovani imprenditori genovesi sembrano orientarsi verso i piccoli comuni dell’entroterra.
Il settore preferito dai giovani è quello delle attività ricettive (alloggio e ristorazione).
Venendo al genere, il rapporto è di 1 impresa femminile ogni 3 maschili e il settore preferito dalle giovani imprenditrici è quello dei servizi alla persona (6 su 10), seguito ancora una volta da alloggio e ristorazione.
Cresce invece il peso delle imprese straniere sul totale delle under 35. I settori preferiti dai giovani stranieri sono ancora una volta le costruzioni e il commercio. I settori in cui i giovani italiani “resistono” sono invece trasporti, alloggio e ristorazione.
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