cronaca

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"Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio"


(cit. Faber "La guerra di Piero" http://youtu.be/V4dvw_tSsVQ )

Il "prete di strada", l'angelo anarchico, "Il Gallo", come lo chiamavano gli amici, si é spento nel suo letto, alla Comunità di San Benedetto dove viveva, assistito da tutta la "grande famiglia".
A vegliarlo, tra gli amici e i tanti che ha aiutato in questi anni, anche i nipoti Paolo e Vittorio.
 
"Il suo cuore ha cessato di battere alle 17:45 - ha detto Domenico Chionetti, suo fidato collaboratore, portavoce della Comunità di San Benedetto  - Siamo tutti con il cuore gonfio di tristezza. Qui si conclude un'epoca, ma bisogna mantenere la rotta e il suo insegnamento".

Ottantaquattro anni, sigaro tra le dita, coraggio per tutti: Don Andrea era il primo a scendere in piazza quando c'era da difendere i diritti.
Prete partigiano, uomo dal sangue caldo. Di quelli che "Agitatevi - come ha detto lo scorso luglio difendendo i lavoratori della Centrale del Latte di Fegino - Mi rivolgo ai giovani, io sto morendo e devo vedere morire anche la democrazia?". E ancora: "Io vedo che quando allargo le braccia cadono i muri". E i muri cadevano davvero.

La camera ardente è stata aperta alle 9. Sul feretro di don Gallo, custodito nella camera ardente della chiesa di San Benedetto al Porto, una copia della Bibbia e una della Costituzione. Ma anche uno dei suoi sigari, il suo cappello, la sua sciarpa rossa, la bandiera dell'Associazione Nazionale Partigiani, quella della pace e quella del Genoa. Accanto al feretro una sua foto, e una croce di ferro avuta in dono dai ragazzi della nave-riformatorio Garaventa, sulla quale operò. Vi è inciso: "Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei".

Intanto, la Comunità di San Benedetto lancia l'appello: "Questa sera dalle 17, tutti in piazza De Ferrari per Don Gallo. Sul palco ci saranno musicisti e comici". E ancora: "Per lui sono sempre stati fuori luogo ai funerali, niente fiori".