politica

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“Nel Pd molti nodi non sono stati sciolti. Non siamo stati un partito. Un partito non è solo uno statuto, un insieme di regole, è un progetto di identità politica che nel Pd non c’è ancora”.

Parole non tenere nei confronti del suo partito quelle di Andrea Orlando, neo ministro dell'ambiente tornato nella sua La Spezia, e poi a Beverino dove è stato festeggiato da amministratori e militanti del PD. Orlando parla a tutto campo di politica e obiettivi in una intervista esclusiva a Primocanale in cui svela di aver pensato all'ipotesi di non accettare la proposta di Letta:

“Io speravo in un altro governo e mi aspettavo un’altra ipotesi di lavoro. Le cose sono andate in un altro modo. Onestamente nell’ultimissimo periodo non mi aspettavo l’incarico perché vedevo la complessità della formazione dell’esecutivo, non c’era nessun progetto. Quando mi è stato chiesto, ci ho riflettuto, ho avuto dubbi, ho pensato di non accettare, per la formula politica che dobbiamo affrontare (l'alleanza con il Pdl). Pensavo che fosse più opportuno che fossero interpreti di questo governo quelli che sostenevano da subito questa formula. Poi Letta mi ha convinto”.

Io quello più a sinistra in questo governo? Allora mi auguro di svolgere una funzione legata alla possibilità di rimettere al centro il tema della crescita attraverso la redistribuzione del reddito – risponde Orlando - Poi quello che dobbiamo provare a fare è impedire che la crisi, le politiche che dobbiamo attuare per affrontare la crisi, siano sempre pagate dalle solite categorie”.

Il neo Ministro spezzino parla anche del suo partito: “Il Pd è una forza politica che non aveva risolto molte contraddizioni. Lo dico da tempo, un partito non può stare insieme solo attorno a un progetto di governo, deve stare insieme per una comune identità. il voto ai presidenti della repubblica è conseguenza di tutto questo. Poi c’è stata anche una censurabilissima modalità di interpretare il ruolo di parlamentare".

Su quale tema il Pd non può abbassare la guardia e mettere a rischio – se necessario - la sopravvivenza del governo. Orlando non ha dubbi: “Il lavoro. È il tema fondamentale. Il Pd deve lavorare per far crescere la domanda interna e far crescere l’economia, ma Letta è partito con il piede giusto”.

Poi sui giovani turchi: “Non chiamateci più così. Siamo “Rifare l’Italia”. E’ un progetto che prevede di costruire uno spirito del PD legato alla tradizione del socialismo europeo e ai temi dell’eguaglianza e alla redistribuzione del reddito”. Fassina recentemente ha detto che si potrebbe superare questa corrente. Orlando nega dissapori con quello che era considerato il predestinato a diventare ministro nel gruppo dei giovani turchi, ma poi aggiunge: “Non è detto che i protagonisti di questo progetto in futuro siano sempre gli stessi”.

Orlando infine parla dei suoi obiettivi da Ministro dell’Ambiente: “Farò un lavoro di ricognizione delle emergenze. Mi sono preso tre giorni per andare nella zona devastata dalla Camorra, poi al Giglio per l’emergenza Concordia: dobbiamo avere tempi tassativi dalla Costa per il recupero del relitto. Poi incontrerò tutti gli assessore regionali all’ambiente per saperne di più Potrò essere smentito, ma penso che la questione fondamentale sia quello del dissesto idrogeologico: si tratta di costruire un patto di stabilità che consenta di fare investimenti senza che vadano a incidere in modo drammatico sugli enti locali e le Regioni. E gli interventi per la difesa del suolo devono essere considerati un investimento”.