In attesa di chiudere l'inchiesta-stralcio sulle carte comunali "falsificate" riguardanti i tempi delle segnalazioni dell'allerta che vede indagati l'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi e altre cinque persone per falso e calunnia in relazione all'alluvione del 4 novembre 2011, la Procura lavora anche anche sul fronte dell'inchiesta più vasta sull'esondazione del torrente Fereggiano che provocò la morte di sei persone: tre donne, due bimbe e una ragazzina.
Le domande che pare si pongano gli inquirenti sono, tra le altre: era corretto fare monitoraggio ogni quattro ore viste le condizioni del tempo?
E la gestione dell'allerta di quella mattina fu adeguata alla situazione?
Per la Procura è importante accertare se la gestione dell'allerta del 4 novembre 2011 è stata adeguata alle circostanze e se, alla luce delle condizioni meteo, i controlli erano da fare ogni due ore o addirittura in maniera continua per poter intervenire tempestivamente.
Secondo la prassi, infatti, i volontari vengono avvertiti delle decisioni prese dalla Protezione civile ed eseguono ciò che viene comunicato. Sarà anche da valutare se è stata rispettata la normativa e verificare se il piano di protezione civile è stato applicato oppure se era insufficiente.
Viene spiegato che quando c'é un'allerta è necessario che nelle zone a rischio si sappia già cosa fare per predisporre tutto il necessario per la sicurezza come, ad esempio, dare comunicazione ai presidi delle scuole, fare allontanare i venditori ambulanti, sgomberare le strade a rischio, chiudere i negozi e fare evacuare le persone dalle abitazioni a rischio raccogliendole altrove.
Intanto non è da escludere che, per l'inchiesta sulle carte "taroccate", il procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico e il sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà sentano nuovamente l'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi e qualcuno degli altri indagati.
Cronaca
Inchiesta alluvione 2011, gli interrogativi degli inquirenti
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