Finalmente, leggendo i resoconti delle spese dei gruppi regionali, sappiamo una cosa fatta da Alessio Cavarra, in qualità di consigliere di maggioranza, la cui attività era ai più sconosciuta: ha portato a cena i cacciatori. Ha speso per una serata in trattoria la modesta cifra di 340 euro.
Poca roba. Di sicuro non sono questi gli sprechi che mandano in crisi i bilanci pubblici. Ma l’immagine di Cavarra e dei cacciatori lunigianesi davanti a un piatto di ravioli al cinghiale pagati con denaro pubblico mi ha fatto pensare.
Cavarra è una persona mite che ha vissuto per il partito sin da bambino.
Credo gli abbiano dato la residenza in piazza Mazzini a Sarzana nella sede del Pci-Pds-Ds-Pd, partito che ha sempre onorevolmente servito, portando manifesti, distribuendo volantini e schiacciando un bottone, sin dalla prima elezione in comune, secondo le indicazioni del partito stesso. E così – due anni fa - il partito lo ha ricompensato inserendolo nel listino per l’elezione diretta in consiglio regionale, senza passare dall’esame preferenze che non avrebbe superato.
Il problema è che non esiste un caso-Cavarra, ma che ci sono tantissimi Cavarra nelle assemblee comunali, regionali e nazionali. Il problema è che la classe dirigente viene selezionata e premiata così: assicurando a un fedele militante uno stipendio da otto mila euro al mese e un piatto di ravioli.
Naturalmente a spese dei contribuenti.
Politica
Il mite consigliere, gli sprechi modesti e la classe dirigente
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