Succede sulla solita pista ciclabile, quella che collega Arenzano con Varazze. Anzi dovrebbe collegare. La storia è nota e Primocanale torna a denunciarla da almeno tre estati: un tracciato affascinante lungo la massicciata dell’ex ferrovia, a due passi dal mare, finanziato con i fondi Haven. Peccato che tutto si interrompa a metà, a Cogoleto, dove lungo la passeggiata, oltre a mancare la corsia riservata alle due ruote, compaiono pure minacciosi cartelli: vietato l’accesso alle biciclette.
Solo quando si arriva a quel punto si capisce perché quel percorso è definito “ciclabile”, cioè percorribile in bicicletta, ma solo ipoteticamente. Altro sarebbe se potesse fregiarsi di una definizione più perentoria, tipo “pista per ciclisti”.
La conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: cicloamatori con cestini e specchietti da fantozziano coppa Cobram obbligati a correre il rischio di essere arrotati in mezzo al traffico nel tentativo di raggiungere il tratto nuovamente “ciclabile”.
Eppure, dicono che bisogna fare sistema. Difficile pensarlo se qualche Comune usa i soldi in un modo e altri nel modo opposto. O magari non li usano proprio. Appena eletta, lo scorso luglio, la signora sindaco di Cogoleto aveva detto: “Non possiamo risolvere il problema in breve tempo e comunque non diamo multe”.
Da allora nulla è cambiato:improbabili ciclisti in mezzo alla strada, cartelli in bella mostra, percorsi ciclabili a singhiozzo.
Basta questo? No, capita di peggio. Tra Cogoleto e Varazze c’è la storia dei disabili che nelle prime ore del mattino, alla guida delle carrozzine elettriche, sognano di godersi un po’ di fresco in riva al mare. Per loro, accesso negato.
Il Comune di Varazze giustamente vuole tenere lontani moto e motorini dalla pista ciclabile. Soluzione: una sbarra all’inizio del percorso. Da lì si passa a piedi o soltanto in bici in mezzo a due blocchi di cemento. Non c’è un cartello e neppure un numero da chiamare. Peccato, perché può succedere che anche un disabile in carrozzella abbia voglia di andare incontro al vento sulla strada pedonale che guarda il mare. E per arrivarci è partito da lontano.
“Non ci avevamo pensato” dicono apparentemente affranti quelli del Comune che raccolgono l’indignazione al momento rimasta tale. Il disabile gira la sua motoretta e torna a casa. Ma quanto siamo accoglienti in Liguria? Tanto. Quasi da vergognarci.
Cronaca
Ma la pista era ciclabile?
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