Cronaca

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Il ferimento dell'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, gambizzato a Genova, "è un segnale diretto a qualcuno. Un modo per manifestarsi, o indicare qualcosa che le indagini in corso devono ancora decifrare", si tratti di "terrorismo", di "criminalità organizzata", di "eversione di matrice anarchica" o di matrice ambientale "contro il nucleare". Ma, visto anche il clima sociale, è un segnale che impone un'azione di prevenzione e contrasto, in particolare con la creazione di un pool-antiterrorismo".
 
Lo afferma Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, in un'intervista a L'Espresso. "E' necessaria nel nostro Paese - sottolinea Grasso - una procura nazionale anti-terrorismo. Certe indagini vanno collegate e non sempre i vari uffici giudiziari conoscono ciò che accade in un altro territorio che non è di loro competenza. E poi da circa sette anni questo nuovo organismo ce lo impone l'Unione europea".

Tornando sui fatti di Genova, Grasso sottolinea che "escluso il movente personale, qualsiasi altro atto che è stato compiuto ha finalità terroristiche, perché serve a intimidire". Il fatto che non ci sia ancora un rivendicazione è relativo, perché "in passato la rivendicazione è arrivata anche a distanza di più giorni", sottolinea Grasso.