“Ho scritto ai Parlamentari liguri ed al Presidente per sostenere la causa degli specializzandi italiani”. Così Matteo Rosso, capogruppo del Pdl in Regione, parla della sua lettera inviata a difesa delle borse di studio per gli studenti universitari.
E' stato modificato, con due emendamenti, il regime fiscale delle somme corrisposte a titolo di borse di studio, che verranno considerate come reddito assimilato ai redditi da lavoro dipendente per l’importo eccedente 11.550 euro.
La conseguenza di questa scelta sarà imporre il prelievo fiscale sulle borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca, di perfezionamento e di specializzazione erogate dalle Università, ivi inclusi i contratti di formazione medica specialistica a queste equiparate, nonché gli assegni di studio erogati dalle regioni, tutti importi attualmente esentati.
Matteo Rosso, medico oltre che politico, aggiunge: “chiedo sia al Presidente Monti ed ai Parlamentari liguri che si adoperino affinchè i due commi, ad oggi approvati al Senato, vengano abrogati al fine di non sottoporre gli specializzandi e i dottorandi a questa imposizione fiscale fortemente penalizzante. I tempi per cambiare il disegno di legge sono strettissimi poiché si tratta della conversione in legge di un decreto che scade il 1 maggio, quindi è necessario agire velocemente”
Politica
Rosso scrive a Monti:"Il Governo non tassi borse di studio"
1 minuto e 3 secondi di lettura
Ultime notizie
- Referendum sul lavoro, la Cgil: "Andare a votare significa ridare dignità al lavoro"
- Furti, aggressioni e movida violenta: chiusa per trenta giorni la discoteca Aegua di Varazze
-
Programma politico, Referendum sì o no: puntata del 30 maggio
- Una città in fermento per la finale playoff. Lo Spezia ha in mano le chiavi del paradiso
- Incidente stradale in A7: morto motociclista, grave la passeggera
- Addio a Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter: amava Genova e Portofino, rifiutò Genoa e Samp
IL COMMENTO
L’olimpica martellata di Silvia ha svegliato il “giovane” Piddì…
Genova, la rivincita delle "periferie"