E' una Sampdoria con le polveri bagnate quella che ha perso di misura al "Ferraris" con la Roma, a cui di fatto è bastata un'azione da gol per portare a casa la partita. I blucerchiati hanno patito, oltre alla scarsa condizione di forma di Sensi e alla diminuita incisività di un Candreva non a suo agio nel ruolo di mezzala, l'assenza di alternative in attacco, che continua a reggersi sul solo Caputo e sull'abnegazione da minuti finali del 39enne Quagliarella. Mancano all'appello i contributi di Damsgaard (da inizio stagione) e Gabbiadini (quasi). E pesa il fatto di non avere posseduto le risorse economiche per intervenire nel reparto offensivo sul mercato di gennaio, dove Marco Lanna era ben consapevole della necessità di corroborare anche e soprattutto il reparto offensivo.
A proposito di mercato, la sconfitta con i giallorossi ha certificato il ridimensionamento di quello che sulla carta era parso un modo di agire efficace, malgrado l'indisponibilità di maneggiare soldi da investire. Il campo sta invece dicendo che Conti e Sensi non hanno smaltito le scorie fisiche che si portavano dietro da Milan ed Inter, Magnani è decisamente un ripiego mentre Giovinco, dopo mesi di inattività e allenamenti in solitario, ha pagato subito dazio. Il solo Sabiri è riuscito a dare qualcosa ed è già tanto. Ma la situazione è questa ed è inutile piangersi addosso, perché non cambia. Giampaolo deve arrangiarsi con quello che ha per accumulare ancora quei sei punti che dovrebbero condurre ad una sofferta salvezza.
I prossimi impegni a Bologna (lunedì sera) e con la Salernitana a Marassi (il sabato successivo alle 14,30) saranno i crash test definitivi o quasi: serviranno almeno un pareggio ed una vittoria, altrimenti il finale sarà davvero un inferno di cristallo per la Samp, che deve già gestire una soluzione delicata delicata fuori dal campo e ci sta riuscendo grazie al lavoro coeso ed incessante dell'attuale cda. Laddove "lavoro" significa indebitamento con le banche, che danno sì fiducia, ma non può proseguire all'infinito. Già il bilancio che sta per essere presentato si chiuderà con un deficit di circa venti milioni di euro ed un indebitamento tra i 130 e i 150 milioni. Ecco perché una cessione, vera, della società risulta fondamentale e per arrivarci (forse) serve assolutamente salvarsi sul campo, meglio se il prima possibile.
Tornando alla partita con la Roma, la Samp aveva iniziato anche bene con il tiro di Thorsby finito peraltro in una gradinata sud finalmente unita e strapiena, a cui aveva risposto di testa Ibanez. Al 21' ci aveva provato anche Caputo, ma troppo debolmente e con poca convinzione, tutto facile per Rui Patricio. Giallorossi invece implacabili poco prima della mezz'ora, quando al termine di un'azione manovrata Mkhitaryan beffava Audero complice la deviazione di Colley. Sul finale di primo tempo per poco Bereszinsky non regalava il raddoppio ad Abraham, che fortunatamente per la Sampdoria si addormentava.
La ripresa era quasi un monologo blucerchiato, ma sterile. L'uscita di Sensi e l'ingresso di un'altra punta, Quagliarella, portava vivacità, qualche conclusione, alta con Candreva e debole con Sabiri, ma alcuna rete del pareggio. Finiva 0-1, non senza rimpianti.
IL COMMENTO
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