Effetto DDR su un Genoa che adesso sfodera addirittura un passo da Champions League, se non addirittura da scudetto: 11 punti nelle ultime 5 gare, con una media di oltre 2 reti realizzate a partita.
Dall’ultimo posto solitario a fine ottobre, a una media di un punto a incontro dopo 14 giornate di campionato che ora lo colloca nella pancia della classifica, addirittura a +4 dalla zona retrocessione: cose da Genoa, insomma.
Effetto DDR: il Grifone ha girato il vento
Daniele De Rossi e una rivoluzione che principalmente ha toccato la testa di una squadra ora ritrovata, consapevole di pregi e difetti, in grado di gestire anche le situazioni più complicate. In una parola, personalità: quella clamorosamente mancata sotto la precedente gestione, senza per questo voler necessariamente attribuire responsabilità specifiche.
Udine rappresenta la nuova dimostrazione di una metamorfosi totale: prima il Genoa veniva sistematicamente rimontato. Oggi riesce a ritagliarsi sempre l’ultima parola. Stavolta con l’autografo di Norton-Cuffy, asso pigliatutto in una partita che sembrava destinata a finire in parità.
Nessun dorma: le trappole restano
Emergenza presa a pallonate e allontanata a furia di ottimi risultati. Ora la classifica è normalizzata, ma abbassare la guardia potrebbe risultare imperdonabile. Intanto perché da qui a fine anno, con Inter, Atalanta e Roma all’orizzonte, il calendario diventa tremendo. E, in più, al netto di risultati e prestazioni super, De Rossi si trova ai limiti di un’emergenza numerica che, nonostante i 28 giocatori in rosa, andrà quantomeno tamponata col mercato di gennaio. Situazione allarmante in difesa: 4 soli giocatori per 3 maglie. Con Ostigard infortunato a Udine, ieri l’unico cambio possibile per Marcandalli, Otoa o Vasquez, sarebbe stato il giovane Celik, traghettato dalla Primavera.
Insomma, Genoa finalmente in sella. Ma questa salvezza, per mille motivi, rimane ancora tutta da conquistare.