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Ecco la strada seguita per evitare il rischio di revocatoria. La situazione del marchio
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“Il nuovo Cda è propedeutico alla vendita della Sampdoria ad un nuovo proprietario". E' l'interpretazione collettiva derivata dai diversi passaggi che hanno visto protagonisti il trustee (ovvero il custode) del trust Rosan che controlla la Sampdoria, Gianluca Vidal ed il consiglio di amministrazione formato da Marco Lanna, Alberto Bosco, Antonio Romei e Gianni Panconi.


Primocanale è in grado di spiegare come intendono procedere, Trustee e nuovo Consiglio di amministrazione, per raggiungere l'obiettivo senza incorrere nel rischio di incappare nella cosiddetta revocatoria. La Sampdoria si affiderà ad un soggetto terzo, diverso dagli azionisti e dagli amministratori, per far valutare il potenziale prezzo di vendita del club, tenendo conto di crediti e debiti, attivi e passivi: si tratta della cosiddetta “perizia asseverata”.


Il tecnico prescelto, generalmente si tratta di una società specializzata, non si limiterà a redigere la perizia, ma ne assevererà la veridicità dei contenuti e la correttezza /professionalità dimostrata nell’adempiere al compito. Se ne assumerà quindi tutte le responsabilità, confermandone la certezza dei contenuti sotto la propria personale responsabilità e attestandone, con un’apposita dichiarazione riportata nella perizia stessa, la veridicità; questo soggetto terzo risponderà, così, anche penalmente per eventuali falsi ideologici, oltre che materiali, in essa contenuti.


Che cosa significa, tradotto in parole semplici? Facciamo un esempio con cifre assolutamente generiche: la Sampdoria dalla perizia asseverata risulterà valere 100 milioni, il monte debitorio è per ipotesi di 70, il prezzo di vendita sarà dunque di 30 milioni. Il Trustee, in accordo con il Cda, potrà vendere la società eventualmente ad una cifra superiore in presenza di un'asta tra più potenziali acquirenti, ma NON ad una inferiore.


Ricordiamo inoltre che tra gli asset della Sampdoria c'è anche il marchio, sulla cui situazione è opportuno rammentare quanto segue. Ai tempi di Riccardo Garrone presidente venne effettuata un’operazione di leasing con il Mediocredito centrale per circa 25 milioni di euro. La banca ha in garanzia il marchio della Sampdoria ed una fidejussione della San Quirico spa, holding delle famiglie Garrone-Mondini. Tecnicamente è come un mutuo: si pagano rate annuali con interessi, sino all'estinzione del debito.


Al trasferimento della Samp a Massimo Ferrero nel 2014 i Garrone lasciarono in piedi l’operazione e la Sampdoria ha sempre onorato le rate e ad oggi il debito residuo è di circa 9 milioni. Si tratta dell'unico rapporto economico mantenuto nel tempo dai Garrone con Ferrero. Quel “famigerato” 4,76 % dell'Unione Fiduciaria non è dei Garrone, come sostenuto da alcuni, anzi, tutto lascia ipotizzare che sia comunque riconducibile al gruppo Ferrero, allo scopo, diciamo così, di intorbidire un po' le acque.