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Sabato con il Lecce si concluderà il calvario della Sampdoria in questa prima parte di campionato, il peggiore nella storia dei blucerchiati per situazione societaria (non ci sono potenziali acquirenti in data room ad analizzare i conti), risultati della squadra e prestazioni di giocatori ed allenatori.

A livello tecnico, dopo l'ultima partita del 2022, bisognerà aprire una riflessione, perché Stankovic oggettivamente non ha portato grinta e non è riuscito ad individuare un “undici” titolare e a “battezzare” un sistema di gioco: con il Toro si è visto anche l’unico che mancava all’appello dell'allenatore serbo, il 3-4-1-2. E l’avere buttato sulle spalle dei giovani Amione, Yepes e Montevago responsabilità più grandi di loro si è rivelato un errore ed un ulteriore elemento a svantaggio di Stankovic, che con onestà ha dichiarato: "Pronto a dimettermi, se il problema sono io".

A sua discolpa, va riconosciuto che né D’Aversa prima né Giampaolo poi erano riusciti ad invertire un trend lungamente negativo, sebbene il primo avesse raccolto comunque 20 punti ed il secondo ad inizio campionato avesse fatto intravvedere un barlume di squadra, peraltro falcidiata dai legni colpiti (ben sei) e dagli errori arbitrali subìti (almeno tre rilevantissimi).

Difficile ipotizzare rimedi nel mercato di gennaio, se non ci saranno svolte societarie. Al momento, semmai, si profila il tentativo di Massimo Ferrero di tornare a mettere le mani sulla Sampdoria, che resta di sua proprietà: il 6 dicembre scadrà l’interdizione ad occuparsene, lui ha già tentato di accorciarla senza esito ma tra un mese sarà legalmente di nuovo libero di agire, fermo restando che questo comporterebbe la decadenza dell'attuale Cda (se anche solo un membro si dimettesse), scatenando un terremoto.

Ma questa è la realtà. Non ci sono belle bugie da raccontare ma al momento soltanto brutte e scomode verità. Lo stesso Cda al suo interno non è unito come appare fuori e la gestione "commissariale" avrebbe dovuto concludersi a giugno, massimo a settembre. Il suo prolungamento non ha fatto altro che incancrenire una situazione piena di spine.  

E’ davvero giunto il momento che, in un modo o nell’altro, Edoardo Garrone tenga fede alla promessa di non lasciar scomparire la Sampdoria. Non si scorgono, ora, altre vie di uscita, quantunque neanche questa sia una certezza, tutt'altro.

Rimane la passione dei tifosi, che all'Olimpico di Torino solo a fine incontro hanno contestato la Samp.

I problemi vengono da lontano e andrebbero risolti alla radice. Purtroppo la società blucerchiata, al di là della situazione finanziaria ed economica, è incardinata in un sistema che la rende poco appetibile, a causa del rischio di sgradite sorprese successive all'acquisto: fra trust, tribunali, vincoli, immobili, creditori, possibili revocatorie, il quadro è complesso. 

L'unico vantaggio è rappresentato dal fatto che dopo la partita con il Lecce si potrà ragionare a bocce ferme e chiunque possa farlo dovrà contribuire a trovare una soluzione per evitare che un patrimonio storico, affettivo e sportivo come la Sampdoria sprofondi nel baratro e nel silenzio. Siamo alla resa dei conti, per chi non lo avesse capito.

Racing Force S.p.A., società capogruppo di Racing Force Group, ha siglato un accordo con Maserati MSG Racing, che vedrà OMP quale fornitore del racewear per l'impegno del team nel FIA Formula E World Championship.

Racing Force, con i prodotti OMP, supporterà Maserati MSG Racing in coincidenza con il lancio delle nuove vetture Gen3, che fisseranno standard prestazionali ancora più elevati grazie ad un aumento di potenza che renderà le monoposto in grado di raggiungere i 270 km/h. Le nuove Formula E saranno le auto da competizione più efficienti al mondo, diventando una vetrina ideale per gli obiettivi di sostenibilità inclusi nell'agenda di Racing Force. Il Gruppo è pioniere nel settore degli equipaggiamenti di sicurezza per il motorsport, essendosi impegnato a raggiungere il pieno rispetto dei criteri ESG.

Nella sua identità precedente, Maserati MSG Racing si è affermata come una delle  squadre più competitive nel FIA Formula E World Championship. Assicurandosi cinque vittorie, ha completato la stagione 2021/2022 con un terzo posto nel Campionato Piloti, assieme alla seconda posizione raggiunta nel Campionato Team.

I piloti Maserati MSG Racing, Edoardo Mortara e Maximilian Günther, indosseranno la tuta da gara One SL, un modello al vertice del mercato che fa uso dei materiali più leggeri del settore. La tuta è appositamente sviluppata per applicazioni nelle più avanzate discipline automobilistiche, in cui ogni componente è fondamentale per le prestazioni.

La Season 9 del FIA Formula E World Championship scatterà con l'E-Prix di Città del Messico, in calendario il 14 gennaio 2023.

Bruno Curletto, Chief Commercial Officer, Racing Force Group, ha commentato: "Siamo davvero orgogliosi di collaborare con Maserati MSG Racing, specialmente in un momento così importante in cui il team sta iniziando con Maserati un nuovo capitolo nella sua storia agonistica. OMP e Maserati MSG Racing condividono lo stesso desiderio di unire innovazione ed elevate performance nei propri progetti. Non vediamo l'ora di mettere a disposizione della squadra l'esperienza da noi maturata in questi anni nel campionato totalmente elettrico, supportandola in questa sfida, e perseguendo insieme gli obiettivi di sostenibilità nel motorsport".

James Rossiter, Team Principal, Maserati MSG Racing, ha aggiunto: "Siamo molto contenti di accogliere Racing Force nella nostra famiglia. Prima di decidere di appendere il casco al chiodo, ho utilizzato per lungo tempo gli equipaggiamenti di sicurezza Racing Force e ritengo che ogni loro prodotto stabilisca e costituisca il punto di riferimento per la sicurezza nel motorsport. Come squadra, per i nostri piloti è cruciale avere i migliori strumenti a disposizione, e Racing Force, per la sua presenza costante ai vertici dell'innovazione nella sicurezza, rappresenta una scelta naturale mentre ci avviciniamo alla Season 9".

LA SPEZIA - Non fa tempo a concludersi il quattordicesimo turno di Serie A, in cui lo Spezia ha pareggiato al Picco contro l'Udinese, che è già tempo di pensare a quello successivo, che vedrà le Aquile impegnate a Verona domenica contro l'Hellas di Bocchetti - in campo tra l'altro questa sera contro la Juventus - per l'ultima sfida prima della sosta nazionali.

Ed ecco quindi che, vista la quasi certa assenza di Reca, in attesa di bollettino medico ufficiale, Simone Bastoni potrebbe riprendersi quella maglia da titolare che gli manca da quasi un mese, a causa dell'infortunio subito prima della gara contro la Cremonese.

Si candida ad un posto nell'11 iniziale anche il preziosissimo Mattia Caldara, autore nelle ultime uscite delle Aquile di due prestazioni ottime, che l'hanno portato ad essere elogiato in conferenza stampa anche da Mister Luca Gotti, il quale ha definito il centrale Aquilotto - "Un combattente che anche quando è uscito dai titolari si è comportato con assoluta professionalità". Il centrale Bergamasco potrebbe prendere il posto di Jakub Kiwior, apparso stremato al termine dell'ultima sfida contro l'Udinese e che potrebbe quindi rifiatare a Verona.

Infine, restano da monitorare le condizioni del portiere Polacco Dragowski, infortunatosi nel riscaldamento a pochi istanti dall'inizio della gara contro i Friulani. Nel caso non dovesse farcela, verrebbe confermato dal primo minuto Jeroen Zoet.

 

GENOVA - È tentato a fare una rivoluzione Blessin in vista del match col Como, appuntamento da non sbagliare. C’è una difesa da riassestate e soprattutto un attacco che fatica a tirare in porta. Undicesimo attacco del campionato per il Grifo malgrado il ben di Dio a disposizione e. Per questo il tecnico in retroguardia potrebbe cambiare interpreti, Vogliacco pronto a dare il cambio a Bani o Dragusin, o in alternativa potrebbe fare persino il terzino sinistro. Ma il cambiamento sarebbe anche nel modulo con un 4-3-1-2 che vedrebbe in mezzo Badelj, Strootman e Frendrup, mentre davanti ci sarebbe l’idea di far giocare Aramu dietro le due punte Coda e Puscas.

In tanti infatti non si spiegano perché i due attaccanti, a parte i venti minuti perfetti a Terni, non abbiano più giocato insieme ( il finale col Brescia non fa testo). Con la Reggina Blessin ha persino rispolverato Yeboah che era sparito dai radar e come al solito aveva insistito su Yalcin che non sta facendo vedere nulla, forse pure lui penalizzato dalla tattica. E c’è da segnalare che Gudmundsson è in flessione. Insomma i problemi da affrontare ci sono, ma le soluzioni a Blessin non mancano. Anche in mediana la coesistenza tra Badelj e Strootman è possibile come ha dimostrato in passato Ballardini. Col Como di Cutrone serve vincere, per allontanare i fantasmi e ripartire.

Dejan Stankovic, dopo la sconfitta di Torino, non esclude ogni ipotesi: "Sono pronto a fare qualsiasi cosa, non ho problemi a metterci la faccia. Sono felicissimo di essere in Serie A con la Sampdoria: mi sento privilegiato di poter lavorare in questo campionato. Se io sono il problema, mi tolgo. Non ho contro nessuno, ma sono io contro me stesso: non voglio polemiche - dice ai microfoni di Sky - perché sabato ci aspetta una partita importante per questa maglia, per il club e per i tifosi. Cercherò di isolare la squadra e di prepararla al massimo per rispondere con orgoglio".

Quindi, in conferenza stampa, il tecnico serbo ribadisce il concetto: "L'avevamo preparata bene, sapevamo la forza del Toro e abbiamo risposto in maniera giusta. Non era una brutta Samp. Ma non è bastato, è arrivata un'altra sconfitta con zero gol fatti e si potevano evitare quelli subiti. Anche il primo tempo contro la Fiorentina non era stato male. Stasera non posso rimproverare mancanza di impegno, doveva andarci un minimo di episodio a favore per darci una carica. Sembra che tutti abbiamo una tonnellata sulle spalle, in certe situazioni andiamo in confusione per fretta e frenesia. Con uno o due risultati positivi avremo più tranquillità, siamo tutti in discussione: io per primo. Dopo sabato, che per me sarà la partita della vita, sarà un mese che sono qui e poi vedremo cosa succederà".

"Parlo come uomo e non come allenatore: stiamo vivendo una situazione non facile, soffro insieme a loro. Lotti e crei, ma alla prima mezza disattenzione prendi gol. Ti crolla una tonnellata addosso, ci sono tanti giocatori che mancano e non riusciamo a segnare. Noi ci arriviamo, questa sera avremo fatto una decina di cross ma o è corto, o è lungo, o esce il portiere. Non è facile, lo ripeto da uomo e non è una scusa. Abbiamo dato il 120% e non è bastato, è frustrante. Abbiamo parlato e ho chiesto il favore di preparare la gara contro il Lecce come se fosse l'ultima. Mi dispiace per i tifosi, hanno ragione perché non facciamo punti e gol. Capisco la contestazione, prendiamo fischi e schiaffi. Sabato sarà una bella prova, da uomini".

Stankovic esclude effetti negativi delle pressioni: "Se non viviamo con la pressione, dobbiamo cambiare mestiere. Ogni giorno, anche nella vita, siamo sotto pressione. Se vogliamo togliere la pressione, il calcio non esiste: chi lotta per il titolo, per la Champions, per la salvezza come noi, ognuno ha la sua pressione. Non esiste qualcuno che voglia il successo senza le pressioni addosso. Questa volta devo caricare così la squadra, non dobbiamo nasconderci: voglio vincere in casa, farò di tutto per farlo. So che non basterà, ma muoverà la classifica. Poi vediamo cosa succede. E' facile sparare sulla croce rossa, accetto tutto, ma dopo sabato vediamo dove siamo. Io per primo".

Infine sull'espulsione: "Mi sono preso con Radonjic, gli urlavo di buttare la palla fuori - dice a Dazn - perché Rincon era per terra, era caduto malissimo. Contro la Fiorentina abbiamo preso gol con Bereszynski che era per terra, non hanno buttato il pallone fuori in quella circostanza. Per questo ho urlato a Radonjic in serbo di buttare palla fuori e sono entrato dentro il campo ma non ho insultato l'arbitro nella maniera più assoluta. Quando l'ho visto col cartellino rosso non ci potevo credere, Tudor in un Marsiglia-Tottenham era entrato in campo di cinque metri. C'era Juric che mi ha abbracciato, mi ha portato via dicendomi: vai via che prendi cinque giornate. Io gli ho risposto: 'Per cosa?'. Non accetto il rosso perché non ho parlato con l'arbitro, parlavo con Radonjic perché avevo la fobia per quanto accaduto tre giorni prima".