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GENOVA - L'avventura di Mateo Retegui al Genoa è di fatto cominciata dopo un lungo viaggio da Buenos Aires fino a Milano via Madrid.

L’attaccante argentino che starà col Grifone fino al giugno del 2027 appena giunto nello scalo milanese ha fatto qualche dichiarazione improntate alla soddisfazione: "Sono onorato di giocare nel Genoa. Felice della mia scelta". Un colpo importante per il club rossoblu che costa circa 13 milioni al Boca più il contratto al giocatore attorno al milione e 700 mila euro d’ingaggio all’anno.

Il giocatore è stato dal direttore generale Flavio Ricciardella, che è stato il protagonista dellla difficile operazione di portare Retegui al Genoa, assieme all’intermediario Alessandro Moggi. Ora c’è il bomber dovrà sostenere le visite mediche e firmare il contratto. Il centravanti ha realizzato due reti in tre presenze con la maglia dell’Italia. Un gol all’Inghilterra a Napoli e uno a Malta per le qualificazioni europee.

Nel corso di quest’anno, in Argentina ha segnato 12 reti in 28 presenze. I sui numeri sono di livello e per questo il Genoa scommette su di lui. Possibile passerella di Retegui sabato prossimo al Ferraris in occasione dell’amichevole di lusso col Monaco.

Che effetto gli ha fatto vedere suo figlio Andrea in blucerchiato, che ne pensa di Retegui in Italia con la maglia del Genoa, come vede la lotta scudetto, e tanto altro. Roberto Mancini, anima e simbolo della Sampdoria della Bella Stagione, ct azzurro e papà del giovane manager sampdoriano che fa parte dello staff tecnico-operativo della nuova Sampdoria, parla a Primocanale.

RETEGUI. Non si può che partire dalla notizia del giorno, l’arrivo in rossoblù del centravanti della Nazionale. Mancini racconta: "No, non gli ho parlato, non ancora. Ma sapevo che aveva dei contatti con squadre italiane e sono contento che questa opportunità si sia concretizzata con il Genoa. Mateo è un ragazzo serio, è uno che si impegna, che vuole migliorare. Giocare in serie A lo aiuterà a crescere e a migliorarsi anche tatticamente, in un campionato dove la vita per gli attaccanti non è mai facile. E poi, averlo qui e non dover fare, a ogni convocazione, migliaia di chilometri è un ulteriore vantaggio".

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ANDREA IN BLUCERCHIATO. Roberto è in vacanza, il solito, amatissimo, mare della Sardegna. Ma non si è perso la diretta della presentazione della Sampdoria da Livigno, con suo figlio Andrea, 31 anni il 13 agosto, sul palco. "È stato emozionante vederlo con quei colori. Andrea è sempre stato sampdoriano. È cresciuto fra Genova e Bogliasco, mi ha visto indossare quella maglia, quando è cresciuto avrebbe voluto passare nelle giovanili della Sampdoria ma poi non c’è stata la possibilità. Io allenavo la Lazio, l’Inter, ma lui avrebbe voluto venire a Genova nella Sampdoria, non nel mio club dell’epoca".

Lei sarà stato il primo a sapere di questa possibilità… "Sapevo che stava maturando qualcosa, ero a conoscenza della possibilità poi la cosa è andata in porto. E fare questo lavoro nella Sampdoria credo sia una grande occasione. Andrea è giovane, ma ha competenza, parla tre lingue, è un ragazzo per bene".

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CONSIGLI DI PAPÀ. "Parliamo sempre di calcio, ma poi ognuno ha le sue idee e, quando si lavora, le responsabilità sono personali. Ma lavorare per una squadra verso cui provi amore è qualcosa di molto bello. Ripeto: non devo dargli consigli, lui capisce di calciatori, studia, s’informa. E, comunque, quando dovrà fare delle scelte non sarà con me che dovrà confrontarsi, ma con Pirlo, con il presidente, con Legrottaglie".

NUOVA SAMP. Inevitabile domandare a Roberto Mancini come vede la nuova Sampdoria della rinascita societaria. "So che è difficile sempre, il campionato di B, e so che la Sampdoria esce da una situazione complicata. Ma mi auguro che faccia bene e possa tornare subito in serie A".

CAMPIONI DEL MONDO. "Gilardino ha preso il Genoa e lo ha portato in A, meglio di così… Pirlo aveva già fatto bene nella Juventus e sono convinto che farà bene anche nella Sampdoria".

OSSERVATORE INTERESSATO. Verrà a Marassi a vedere Genoa e Sampdoria? "Per forza. Genova merita di avere due squadre sempre in serie A. E merita di vedere e vivere il derby, che è il più sentito e il più spettacolare d’Italia".

FACCE DA NAZIONALE. A parte Retegui, ci sono giocatori "attenzionati" anche in casa Sampdoria. "Falcone è un bravissimo portiere, Ricci ha qualità nel ruolo di playmaker ed è già stato chiamato in azzurro. Poi è stato frenato da problemi fisici, ma ha già mostrato potenzialità degne d’interesse". E poi, c’è Audero… "Sì, prima dell’infortunio, l’anno scorso, stava facendo bene".

AZZURRO & FATICA. Alla Nazionale manca certamente qualcosa in zona gol e manca il salto di qualità di qualche grande fuoriclasse… "Era la stessa situazione anche quando abbiamo vinto l’Europeo. Ci sono giovani bravi che hanno margini di miglioramento. Sappiamo che c’è da lavorare e faticare, ma questo non spaventa nessuno".

CORSA SCUDETTO AFFOLLATA. Il finale non può che essere sulla corsa scudetto. "Negli ultimi quattro anni il campionato lo hanno vinto quattro squadre diverse, il che dimostra che c’è incertezza e che non c’è nulla di scontato. Il Napoli ha lo scudetto sulle maglie e quindi parte come squadra da battere, ma l’Inter è forte, il Milan sta facendo un’ottima campagna acquisti, la Juve è sempre la Juve e la Lazio sta crescendo…". Dunque, partita aperta, molta lotta e campionato tutto da gustare. Buone premesse anche per la Nazionale.

L'ex attaccante inglese Trevor Francis è morto oggi in Spagna: aveva 69 anni. La notizia arriva dall media inglese The Mirror. Francis ha indossato anche la maglia della Sampdoria nel 1983. Per lui quattro stagioni diventando un idolo dei tifosi per la classe e l’eleganza mostrata in campo.

È stata una leggenda della nazionale inglese e del Nottingham Forest, con cui vinse due Coppe Campioni tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80. Ma soprattutto Trevor Francis è stato il primo grande acquisto della Samp d'oro di Paolo Mantovani. Oggi l'ex attaccante britannico - a 69 anni - è morto improvvisamente a Marbella a causa di un malore. Una notizia battuta dal sito del Mirror che sta facendo il giro del Mondo in pochi minuti.
Trevor Francis giocò in maglia blucerchiata dal 1982 al 1986, fu un sogno che si realizzò all'epoca per i tifosi della Samp. Un big del calcio mondiale che venne a Genova per fare grande il Doria, tant'è che proprio con lui e anche grazie alle sue giocate la Samp vinse il primo trofeo della sua storia, la Coppa Italia 84 85 nella finale contro il Milan. Fu l'inizio del ciclo vincente che portò poi quella squadra - con Vialli, Mancini e tanti altri campioni - a vincere lo scudetto. Oggi anche la Genova blucerchiata piange la scomparsa di Trevor Francis, un giocatore unico. Se ne va una vera leggenda del calcio inglese e mondiale.

SANTA CRISTINA VALGARDENA - Ecco le prime parole di Filippo Bandinelli da nuovo giocatore dello Spezia Calcio, intervistato direttamente dalla sede del ritiro di Valgardena.

Sui compagni, come è stato accolto in ritiro: 

"Sono molto contento di essere qua, ho trovato una squadra che mi ha accolto alla grande, tutti i compagni sono stati bravi a farmi subito sentire a mio agio e di questo non posso che ringraziarli. Sono giorni molto impegnativi perché stiamo lavorando sodo, ma c'è tanto entusiasmo e voglia di fare".

Su cosa l'ha convinto a scendere di categoria per sposare la causa delle Aquile:

"Ho visto nello Spezia un progetto importante, una società ambiziosa che vuole fare le cose in grande. Mi sono sentito voluto e questo mi ha riempito di entusiasmo, sono contento di fare parte di un progetto così serio e ambizioso e l'auspicio è quello di fare un'annata importante con tutti i miei compagni, per riportare l'entusiasmo che questa piazza merita. L'opportunità di venire a Spezia mi affascinava molto, ho visto un progetto interessante ed ero carico e motivato a farne parte; credo fosse arrivato il momento giusto di cambiare e di fare questa scelta.".

Sui compagni, nonché amici ritrovati, Zurkowski e Nikolaou, con i quali giocava ad Empoli:

"Prima di arrivare a Spezia avevo sentito per telefono sia Nikolaou che Zurkowski, due ragazzi con cui ho giocato a Empoli e che hanno speso ottime parole sia per la città che per il Club, pertanto anche il loro parere ha influito nella mia scelta; io e Zurkowski penso che siamo due giocatori complementari, perché siamo due centrocampisti di gamba, che nel modo di giocare di mister Alvini possono trovarsi a loro agio".

Sul campionato di Serie B, cosa serve per provare a risalire subito:

"In Serie B i nomi contano fino a un certo punto, dovremo essere bravi noi a dimostrare il nostro valore ogni partita, perché la cadetteria è un campionato difficile, in cui ci saranno momenti complicati, che dovremo imparare a gestire al meglio, tutti insieme. Sappiamo però che siamo una squadra forte e questo cercheremo di dimostrarlo in partita".

Sull'amichevole con il Sassuolo, nella quale è partito titolare:

"La prima amichevole della stagione è stata impegnativa, contro una squadra forte. Mi sono subito sentito a mio agio, anche se nel calcio di agosto è sempre prematuro fare bilanci, perché le squadre sono in ritiro e stanno affrontando carichi di lavoro importanti. In ogni caso io mi sono trovato molto bene, nonostante sia da pochi giorni qua e sto cercando di fare del mio meglio per assimilare le direttive del mister".

Sul ruolo che preferisce a centrocampo: 

"Penso che nei tre di centrocampo posso giocare un po' ovunque, perché il mister chiede delle rotazioni in campo, vuole un gioco molto dinamico e non fatto di posizioni fisse, quindi sia come mezzala che come mediano sono convinto di poter dare il mio contributo".

Su mister Alvini, prime impressioni: 

"Mister Alvini è un allenatore con le idee molto chiare, che ci fa capire concretamente quello che vuole da noi calciatori; finora ho avuto una buonissima impressione, è un allenatore determinato, con un'idea di calcio aggressiva, verticale e improntata al gioco".

Sui tifosi delle Aquile: 

"I tifosi dello Spezia sono molto passionali, che danno tanto alla squadra, lo ricordo dalle volte che sono venuto a giocare al Picco, che è uno stadio che ti mette in difficoltà, un ambiente molto caldo e passionale dove vincere non è mai semplice. Quindi mi auguro di poter dimostrare ogni partita il mio valore e cercherò di farlo ogni volta che metterò piede in quello stadio".

Su come ripartire dopo una retrocessione così dolorosa e inaspettata:

"Dopo una retrocessione non è mai facile ripartire, perché è un fatto che può lasciare qualche strascico, però è fondamentale da parte di tutti lasciare il passato alle spalle e vivere il presente. Bisogna concentrarci su quello che vogliamo fare quest'anno e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra forte; personalmente mi piacerebbe anche trascinare la squadra in positivo per portare quella ventata di entusiasmo e spensieratezza che chi non ha vissuto quella retrocessione può apportare".

Su Wiśniewski:  

"Dispiace molto aver perso Wisniewski, l'anno scorso l'ho visto giocare e penso sia un giocatore veramente forte. Noi lo aspettiamo e spero possa recuperare al meglio e al più presto, per tornare in campo più forte di prima".

Sui tanti giovani in squadra, che impressione gli hanno fatto: 

"Ci sono tanti giocatori giovani che possono fare bene, come Sanca, Cipot e Candelari, ma ci sono anche tanti altri ragazzi in rosa che hanno talento. Sono pedine interessanti, che riusciranno a farsi valere e che potranno togliersi soddisfazioni già da quest'anno". 

Se ha qualcosa da dire ai supporters spezzini:

"Ai tifosi aquilotti ci tengo a dire che sono molto contento di essere qua, i tifosi spezzini sono molto calorosi e passionali e sapranno darci una grande mano quest'anno. Vogliamo cercare di contraccambiare l'affetto che riceveremo dalla loro passione, dimostrando ogni volta che scenderemo in campo attaccamento alla maglia, determinazione e voglia di vincere in tutti i campi. Con il loro supporto sono convinto che potremo fare del Picco il nostro fortino".

Mateo Retegui è sbarcato in Italia. L'attaccante dopo essere partito da Buenos Aires facendo scalo a Madrid, è arrivato a Milano intorno alle 11.

"Sono molto felice, domani firmerò" ha detto appena entrato nello scalo milanese. Per lui pronto un contratto di quattro anni.