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GENOVA - "Siamo felici di iniziare le celebrazione dei 130 anni. Il Genoa compie un percorso nella storia dello sport e del calcio e speriamo presto torni anche nella storia del calcio internazionale, non voglio fare nessun tipo di promessa, per ora puntiamo alla permanenza in massima seria. Tutti stiamo partecipando a questo anniversario, 130 anni sono tanti ma il Grifone non li dimostra" così il presidente del Genoa Alberto Zangrillo al margine della presentazione dell'esposizione "Marco Lodola. Il Rosso e il Blu. Genoa 130 anni' al Palazzo Ducale di Genova. 

 

 

 

 

Oggi il portone del palazzo G.B. Imperiale in Piazza Campetto 9, grazie alla famiglia Pescetto, si aprirà, intorno alle 17.30, per mostrare la targa che ricorda l’Hotel Union che ospitò a lungo il dottor James Richardson Spensley, al quale la casa editrice Galata ha dedicato una graphic novel dal titolo “Spensley, il mito del primo genoano”, di Fabrizio Càlzia (testi), Gino Carosini (te- sti e disegni), Peter O’Master (disegni).

Mentre dal 7 settembre a Palazzo Ducale nello “Spazio 46 rosso” si potrà visitare la mostra a cura di Lu- ciano Caprile e Giovanna Liconti: “Marco Lodola. Il Rosso e il Blu. Genoa 130 anni”. In pratica saranno tre giorni di celebrazioni.

Mercoledì infatti come da tradizione alle 23 i tifosi si troveranno a De Ferrari per aspettare la mezzanotte e festeggiare al primo minuti del 7 settembre, tra cori e fuochi d’artificio, la nascita del Genoa. Coinvolte le strade del centro città. Per questa serata sono previste sorprese e spettacoli.

Poi in corteo i tifosi rossoblu andranno in via Palestro dove nacque il 7 settembre del 1893 il Genoa cfc. E giovedì sera dalle 19 grande serata in onore del Grifone al Porto Antico: collegamenti con giocatori del passato, sul palco saliranno tanto artisti di fede genoana, attori, comici, cantanti e poi le squadre femminili e maschili. Sono attesi migliaia di sostenitori rossoblu.

In quanti il giorno dell’uscita del calendario di A, vedendo per il neopromosso Genoa l’inizio con Fiorentina in casa, Lazio e poi Toro fuori avrebbero firmato per 3 punti? In tanti a leggere sui social cosa si scriveva in quei giorni di luglio. Erano in pochi ad azzardare addirittura due pareggi. Con la vittoria contro la Lazio a oggi il bottino della classifica è persino migliore del previsto. Eppure verso il Genoa c’è una severità mai vista in situazioni simili. Gilardino e i suoi sono finiti nel tritatutto della critica già dopo il pesante ko all’esordio con la viola, quasi schifata l’impresa dell’Olimpico e addirittura psicotica la sconfitta al 94’ di Torino dopo un match brutto e tattico che i rossoblu avrebbero comunque potuto chiudere con un pareggio ineccepibile.

L’effetto degli arrivi di Retegui, Malinovskyi, Messias (infortunato) e la conferma dì Gudmundsson hanno finito per alimentare sogni di gloria e di aspettative non previste. Gilardino, sia chiaro che può migliorare, ha però bisogno dei sui tempi. Lui ex bomber di razza sa per primo che in avanti si può fare di più. Ma è chiaro che un allenatore per prima cosa vuole scavare fondamenta solide per il suo impianto tattico. E dopo il rovescio con la Fiorentina in cui dal loggione si chiedeva l’arrivo di quattro difensori spazzando via chi c’era, da parte del tecnico è diventato primario assestarsi dietro. Con la Lazio prestazione perfetta e idem col Toro, almeno fino alla dormita di Hefti con conseguente gol bello di Radonjc, frutto pure del mancato arrivo sul mercato di un invocato esterno destro di qualità. Ora Gila deve far quadrare il cerchio: coprirsi ma non sfiancando Retegui, Malinovskyi e Gud facendoli ripiegare sulla linea dei difensori.

La tentazione si chiama tridente “puro” ma può essere un azzardo. Gasperini per anni è stato massacrato perché troppo offensivo malgrado qualche povero giornalista (giusto un paio) continuasse a dire “guardate che questo ci fa vedere un calcio nuovo e coraggioso”. Apriti cielo, i conservatori votavano il catenaccio. Oggi che si fa la Maginot, perché è giusto si chiede il “settimo cavalleggeti” e pazienza se finisce in un massacro. Però ovviamente non è responsabilità del popolo se il gioco latita un po’, ma la fretta spesso è cattiva consigliera e in questo momento potrebbe essere addirittura pericolosa con un salto nel vuoto senza ritorno. La sosta può aiutare Gila a riordinare le idee e ripartire, il Napoli in fondo è l’avversario più difficile, ma contro il quale non c’è nulla da perdere. L’importante è voltare pagina abbandonando questa cappa d’ansia esagerata.

 Con un lungo comunicato in rossoblu, i tifosi hanno spiegato come si snoderà la festa di mercoledì 6 settembre che culminerà come da tradizione con i fuochi d’artificio in piazza De Ferrari allo scoccare della mezzanotte.

Per la riuscita dello spettacolo i tifosi sono invitati a collaborare attenendosi alle istruzioni degli organizzatori perché l’evento riguarderà molte strade della città vicino al  centro e di non portare fumogeni o materiale pirotecnico soprattutto non accenderli prima di in dato segnale. Dopo gli auguri per i 130 anni, il corteo andrà verso via Palestro dove il 7 settembre del 1893 è nato il Genoa, il club più antico d’Italia.