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La Sampdoria resiste solo un tempo a San Siro con l'Inter. I blucerchiati non partono male, ma su calcio d'angolo De Vrij brucia Ferrari e segna di testa, mentre nel finale di tempo su lunghissimo lancio di Bastoni Barella supera una difesa statica e chiude di fatto i giochi. A vincere, unica costante positiva del campionato, la Sud in trasferta: tremila cuori pulsanti al terzo piano del Meazza (foto di Flavia Sciutto della Milano Blucerchiata).

Si sapeva che per il Doria sarebbe stata dura a San Siro, ma i blucerchiati - in tenuta completamente bianca - si sono complicati la vita da soli, con due disattenzioni che hanno spento la partita. La ripresa è stata pura accademia, l'Inter ha avuto altre occasioni per allungare, troppo ampia la differenza di potenziale tra le due squadre perché ci potesse essere partita vera. Dopo l'intervallo la curva interista si è svuotata, in segno di lutto per la morte di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà nerazzurro, ucciso a 69 anni a colpi di pistola vicino alla sua casa alla periferia di Milano, poco prima della partita. C'è stato tempo solo per il terzo gol di Correa, che fa tutto il campo in solitudine e dopo la rete esulta: troppo lontani i suoi tempi doriani.

Prima della sosta, la Sampdoria fronteggerà la Fiorentina a Marassi, il Torino in trasferta e il Lecce in casa, ultime gare prima della sosta: Stankovic punterà a ottenere i primi successi interni di una stagione che si sapeva tribolata. E maledettamente in salita.

INTER-SAMPDORIA 3-0
RETI: 21' De Vrij, 44' Barella, 70' Correa.

INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Dzeko, Lautaro Martinez. All. Inzaghi.
SAMPDORIA (4-4-1-1): Audero; Bereszynski, Ferrari, Colley, Amione; Leris, Yepes Laut (46' Vieira), Villar (51' Verre), Gabbiadini (77' Montevago), Djuricic (77' Rincon); Caputo (66' Pussetto). All. Stankovic.
ARBITRO: Massimi di Termoli.
NOTE: ammoniti Yepes Laut, Colley, Djuricic, Verre, Gabbiadini, Mkhitaryan, Vieira.

La Sampdoria resiste solo un tempo a San Siro con l'Inter. I blucerchiati non partono male, ma su calcio d'angolo De Vrij brucia Ferrari e segna di testa, mentre nel finale di tempo su lunghissimo lancio di Bastoni Barella supera una difesa statica e chiude di fatto i giochi. A vincere, unica costante positiva del campionato, la Sud in trasferta: tremila cuori pulsanti al terzo piano del Meazza (foto di Ileana Ferrario della Milano Blucerchiata).

 

LA CRONACA
7' Colley perde palla a centrocampo, Barella riparte, Dzeko mette a sedere mezza difesa doriana e conclude di sinistro, Audero blocca a terra.
18' Ammonito Yepes Laut per fallo da dietro su Barella.
21' GOL INTER. Corner di Calhanoglu, testa di De Vrij che brucia Ferrari. 1-0
26' Mkhitaryan ruba palla al centro, corre verso Audero ma conclude troppo angolato e la Sampdoria resta in partita.
31' Dimarco calcia di sinistro poco a lato del palo destro.
44' GOL INTER. Lancio lungo dalla difesa, Barella brucia tutta la retroguardia doriana e segna il raddoppio. 2-0
46' Entra Vieira per Yepes Laut. Poco più tardi, dentro Verre per Villar.
50' Audero devia in corner una conclusione di Dumfries.
66' Caputo cede il posto a Pussetto.
70' GOL INTER. Correa fa mezzo campo in verticale e arrivato al limite dell'area calcia di potenza senza scampo per Audero. 3-0.
77' Rincon per Djuricic, Montevago per Gabbiadini.
79' Una sequenza di rimpalli stile flipper in area del Doria, alla fine Audero blocca.

INTER-SAMPDORIA 3-0
RETI: 21' De Vrij, 44' Barella, 70' Correa.

INTER (3-5-2): Onana; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Dzeko, Lautaro Martinez. All. Inzaghi.
SAMPDORIA (4-4-1-1): Audero; Bereszynski, Ferrari, Colley, Amione; Leris, Yepes Laut (46' Vieira), Villar (51' Verre), Gabbiadini (77' Montevago), Djuricic (77' Rincon); Caputo (66' Pussetto). All. Stankovic.
ARBITRO: Massimi di Termoli.
NOTE: ammoniti Yepes Laut, Colley, Djuricic, Verre, Gabbiadini, Mkhitaryan, Vieira.

 

Gli "emissari dello sceicco che vuole la Sampdoria" sono sotto la lente della Procura di Roma per l'ipotesi di tentata truffa.

Francesco Di Silvio e Francesco Paolo Console sono stati infatti denunciati dai trustee della Salernitana Paolo Bertoli e Susanna Isgrò, in relazione al loro tentativo congiunto di acquisto del club granata.

I fatti. La fideiussione presentata dalla Toro Capital a garanzia della proposta si era rivelata fasulla, perché disconosciuta dall'istituto che l'avrebbe emessa. La cordata Di Silvio-Console aveva infatti presentato una lettera fideiussoria della "filiale italiana di una importante banca austriaca". I consulenti legali del trustee del club granata avevano contattato la sede centrale dell'istituto e dall'ufficio legale di Vienna era stato risposto che non esisteva filiale italiana e che naturalmente nessuna lettera fideiussoria era stata emessa a favore di un soggetto sconosciuto.

Al momento, presso la Procura di Roma lo stato del fascicolo è nella fase delle indagini preliminari, per cui una proroga è stata chiesta dal pm e disposta dal gip, al fine di accertare compiutamente i fatti e le responsabilità individuali dei soggetti presenti in cordata.

Di Silvio e Console, com'è noto, da tempo si propongono a Genova come facilitatori di un magnate del Qatar intenzionato, a loro dire, ad acquistare la Sampdoria. Poco meno di un anno fa, in proprio, avevano provato a mettere le mani sulla Salernitana, con un metodo che presenta alcune analogie soggettive e oggettive con quello in corso a Genova e però considerato penalmente rilevante dalla Procura di Roma, che chiede conforto al gip per andare a processo.

A Salerno, all'apparire in scena della cordata Di Silvio-Console, i trustee Bertoli e Isgrò, incaricati della vendita del club poi andato all'imprenditore Danilo Iervolino, avevano attivato gli opportuni controlli ed erano così emerse alcune stranezze allarmanti, specie sulla "Console & Partners", la società che secondo il suo fondatore dovrebbe oggi fare da "veicolo" per l'acquisto della Sampdoria. Un incarico che Di Silvio dice di aver dato lui a Console, il quale invece sostiene di averlo ricevuto direttamente dallo sceicco. Una delle non poche incongruenze e contraddizioni che pullulano in questa vicenda e che nascono dalle stesse dichiarazioni dei personaggi che campeggiano in scena.

Di là dalle contraddizioni logiche, ben altri e molto concreti sono i dettagli allarmanti: la "Console & Partners" è infatti tutt'altro che florida. Non presenta un bilancio dal 2019 e il precedente risale al 2015. Ancora un anno e, in base al decreto semplificazioni, la società sarebbe stata cancellata d'ufficio. Secondo la legge italiana, la mancata presentazione dei bilanci per tre esercizi è un grave indizio di dissesto economico.

Lo stesso dottor Console, proprio in questi giorni e contro ogni evidenza fattuale documentata, nega di essere il proprietario del Casale, società piemontese di serie D che versa in gravi difficoltà economiche e finanziarie, e che però è stata acquistata proprio dal suo gruppo. Alla luce del sole.

Un altro dettaglio illuminante, relativo a quanto accaduto sul finire del 2021 a Salerno, riguarda la situazione ambientale degenerata, a causa di reiterate dichiarazioni pubbliche tali da creare alte aspettative fra i tifosi e quindi contrapposizione fra i perplessi e gli entusiasti: una situazione sfociata in una serie di denunce per minacce aggravate, presentate dal trustee Paolo Bertoli nei confronti di alcuni tifosi granata poi rinviati a giudizio.

Questi tifosi accusavano, con toni pesanti e gravemente minacciosi, il trustee e i suoi collaboratori di "remare contro" la cessione al gruppo Di Silvio-Console. Qualcosa di simile, focalizzato non tanto contro i tifosi dubbiosi quanto sui media non acritici, accade a Genova. Qui la strategia di Di Silvio è sembrata quella di rivolgersi prima ai tifosi, con promesse roboanti, che agli interlocutori opportuni con argomenti propri, specie i soldi necessari, che a Salerno alla fine non c'erano e qui fino a prova contraria sono oggetto di un continuo e snervante slittamento di date, sorprendente per uno sceicco con 1 miliardo di patrimonio personale. Infatti anche a Genova sono arrivati e continuano ad arrivare insulti e minacce social a chi cerca di aprire gli occhi alla tifoseria, e cerca di aprirli citando documenti e fatti certi. Purtroppo quasi inutilmente.

Ricorda Alfonso Maria Avagliano, giornalista professionista, firma del "Mattino" e direttore di "salernitananews.it": "Qui c'era tanta confusione, tra i giornalisti professionisti che seguivano la vicenda correttamente e chi, pur di stare sulla cresta dell'onda e godersi un po' di fama, scriveva la qualunque. E chi seguiva la vicenda seriamente rischiava di essere deriso o insultato, mentre veniva esaltato chi dava credito a uno come Di Silvio, uno che voleva comprare la Salernitana in modo assolutamente nebuloso. Purtroppo la piazza quando è disperata tende ad aggrapparsi a qualsiasi bocca della verità che ti dia speranza. Eppure ci voleva poco a capire: chi vuole e soprattutto può davvero comprare una società lo fa in silenzio e con serietà, seguendo i passaggi necessari. Non con sparate e proclami sui social, diffusi da megafoni compiacenti. Prima che a Salerno, Di Silvio aveva fatto la stessa cosa col Foggia, mentre Console aveva e ha difficoltà a mandare avanti una squadra di D: come poter seriamente credere loro? Qui la faccenda è durata sei-sette mesi, ma alla fine il tempo è stato galantuomo".

 

Il patron del Tennis Club Genova era stato individuato come presidente di rappresentanza della Sampdoria, dalla cordata angloamericana che, dopo aver svolto un accurato esame dei conti costato 300mila euro, aveva deciso di soprassedere per via di alcune controindicazioni emerse dall'analisi contabile. Ma il manager genovese, al microfono del nostro Maurizio Michieli, non sembra escludere tassativamente un ritorno in scena della cordata Redstone-Cerberus.

Dejan Stankovic, una lunga carriera all'Inter da giocatore, torna nella San Siro nerazzurra da allenatore della Sampdoria. Ma prima parte dalla vittoria di Cremona: "Sono arrivati i primi tre punti al momento giusto, contro una diretta avversaria. Non era facile, ma non mi aspetto - dice ai media ufficiali, video gentilmente concesso da UC Sampdoria - che ci siano partite facili. I miei ragazzi non hanno mollato. Si può migliorare, ma era importante vincere".

Per Stankovic è la prima volta a San Siro da avversario dell'Inter: "Il mio passato non si può e non si deve cancellare, ho vissuto lì i dieci anni più belli della mia vita, dieci anni di successi. Torno da avversario, questa volta, con la mia Sampdoria. I tifosi nerazzurri mi conoscono, sanno che sono leale e per questo con la mia squadra cercherò di fare il meglio possibile, cercando di organizzati in qualsiasi momento di una partita che sarà durissima. L’Inter sta attraversando un periodo positivo, hanno fiducia e stanno bene mentalmente. Con un grande allenatore come Inzaghi, lui crede nel suo lavoro e lo sta facendo alla grande".

Come poter fare punti in casa dell'Inter? "Noi possiamo metterli in difficoltà con la pazienza e con l’organizzazione: dobbiamo saper soffrire e rispondere fisicamente ai contrasti dove loro eccellono. Dobbiamo essere perfetti. Paura? Non mi piace questa parola. Può essere solo una gioia giocare a San Siro, con lo stadio pieno, puoi fare solo bene. Devi essere pieno di stimoli e libero di mente".

La strada per la salvezza è ancora lunga. "Cerchiamo di migliorare giorno dopo giorno. Mentalmente, tatticamente e fisicamente. Testa bassa e duro lavoro, questo è il nostro motto. Dobbiamo crederci. Giocare a San Siro può essere soltanto una gioia, andando lì con la testa libera. Siamo dieci contro dieci, dobbiamo essere pieni di stimoli e autoconfidenza. Se i tifosi ci credono, noi non possiamo fare meno. Ci hanno dimostrato come si lotta, noi lo dobbiamo dimostrare sul campo".