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Sanità

Diverse le novità, tra cui un'unica azienda sanitaria: la riforma partirà già dal primo gennaio 2026
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di Giorgia Fabiocchi
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Tensione alle stelle in consiglio regionale attorno al tema della riforma della sanità targata Marco Bucci, con la maggioranza che continuava a votare articoli ed emendamenti e la minoranza che chiedeva di sospendere i lavori per audire i lavoratori. Una discussione che ha assunto le sembianze di un incontro (verbale) di box, degenerato minuto dopo minuto, con un gruppo di lavoratori che ha chiesto di sospendere il dibattito per confrontarsi con i capigruppo dei partiti. La richiesta è stata rigettata dal presidente dell'aula Stefano Balleari, che aveva già incontrato i sindacati con Bucci in via Fieschi. I decibel della protesta si sono alzati, tra "sospensione e vergogna" da una parte, e il richiamo all'ordine e alla votazione dall'altra. Dopo oltre un'ora di botta e risposta a distanza, con l'opposizione schierata al fianco di sindacati e professionisti del mondo sanitario, l'aula alla sola presenza della giunta e della maggioranza di centrodestra, ha approvato la riforma della sanità.

Lo scontro a distanza tra maggioranza e minoranza

Dura la presa di posizione del centrosinistra che ha deciso di abbandonare l'aula, senza votare emendamenti e ordini del giorno. "Abbiamo chiesto la sospensione per poter ascoltare i lavoratori che si prendono cura di noi e fanno andare avanti la sanità pubblica, noi non volevamo essere complici di questa riforma della sanità" ha spiegato a Primocanale Selena Candia, capogruppo Avs in consiglio regionale. Secondo l'ex ministro Andrea Orlando si tratta di una riforma fatta per le burocrazie, che non darà nessun beneficio ai cittadini. "Noi non vogliamo confonderci con questo atto, i danni non possono essere limitati, spiegheremo le nostre proposte e la strada che dovremo percorrere. Questa è una riforma destinata al fallimento, la pagheranno tutti perché la sanità ligure è un malato grave, noi non siamo complici di questo" ha aggiunto Orlando. Il presidente della Regione Marco Bucci difende la decisione assunta da Balleari di non aver interrotto il consiglio regionale. "Mi dispiace che sia finita così, che la minoranza non abbia contribuito a sistemare la situazione, mi auguro che non succeda più - ha commentato Marco Bucci -. Gli incontri li facciamo a fine seduta, interrompere per una cosa così non è nel regolamento e il regolamento va rispettato". 

Accuse reciproche di "antidemocrazia"

I gruppi di maggioranza hanno condannato "il comportamento irresponsabile e strumentale delle opposizioni durante la discussione sulla riforma della sanità". "L'occupazione dell’aula da parte delle opposizioni, unita al continuo disturbo di uno sparuto gruppetto di iscritti alla Cgil – che avrebbe dovuto limitarsi ad assistere – ha raggiunto limiti inaccettabili, con l’obiettivo evidente di intimidire e impedire il regolare svolgimento dei lavori dell’Assemblea regionale. Sono poi irricevibili le gravi accuse di "fascismo" rivolte al presidente e alla maggioranza da esponenti della minoranza politica e sindacale, che con il loro comportamento dimostrano il massimo disprezzo per le istituzioni democratiche. Ancora una volta il Pd preferisce muoversi come braccio politico della Cgil, che ha ormai ufficialmente assunto le sembianze di un partito anziché svolgere il proprio compito di tutela dei lavoratori che dice di rappresentare" si legge nella nota del centrodestra. Alle loro parole hanno ribattuto dall'opposizione di centrosinistra. "Inaccettabile il no della destra all'audizione dei sindacati in consiglio regionale, ennesimo gesto antidemocratico e di prevaricazione per approvare una riforma che provocherà disordine e caos. Pessima pagina di questa legislatura" la presa di posizione della minoranza.

La riforma

La due giorni in consiglio regionale si è così conclusa dopo il confronto azzoppato sugli emendamenti presentati in aula (soprattutto dalle opposizioni ndr) e il voto finale. Nascerà quindi un modello più unificato con un'Azienda di Tutela della Salute della Liguria che accorperà le cinque Asl attuali: le strutture ospedaliere verranno quindi gestite in modo unitario. Tra le novità la presenza di un direttore generale che gestirà l'Atsl. Parallelamente, Liguria Salute avrà il compito di coordinare le emergenze e di gestire gli aspetti legati alla sanità, dal bilancio alla logistica, passando per i ruoli amministrativi. Non ci saranno quindi più le Asl classiche che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, a partire dall'Asl 3, ma nascerà una nuova azienda ospedaliera metropolitana che riunirà i poli ospedalieri di Genova: San Martino, Galliera, Erzelli e Villa Scassi. "Nei prossimi giorni incontreremo i sindacati per portare avanti il contratto integrativo unico per tutta la Regione, credo che in un mese e mezzo riusciremo a fare tutto, nel frattempo nei prossimi giorni lavoreremo sulla parte economico-finanziaria - ha spiegato il presidente della Liguria Marco Bucci -. Sono contento e fiducioso, sono stati approvati alcuni emendamenti e ordini del giorno, anche quando l'opposizione non era in aula, questa è la dimostrazione che si lavora bene, mi ero preparato il discorso ma lo tengo per la prossima volta".

Perché è una riforma "più smart"

Durante la seduta di ieri, martedì 9 dicembre, il presidente della Commissione Salute e Sicurezza Marco Frascatore, ha presentato la riforma in aula, con i punti essenziali sui quali si punta per la rivoluzione. "Questa riforma rientra a tutti gli effetti nel programma delle priorità del presidente Bucci, nasce dalla necessità di dare risposte all'accrescente e mutata domanda del servizio sanitario ligure - spiega il consigliere regionale di Orgoglio Liguria Marco Frascatore -. La nostra è una regione, la più vecchia di Europa, con un indice di vecchiaia di gran lunga superiore alla media nazionale ed europea". L'obiettivo, che rimarcano dalla maggioranza, è quello di creare una governance più forte e unitaria, con una razionalizzazione burocratica ed economica. "Assisteremo a una riallocazione delle risorse che comporterà un servizio migliore al cittadino, più snello, rapido, coordinato e non frammentato, garantendo qualità di servizio in tutti gli angoli della nostra regione - ha aggiunto Frascatore -. Si tratta quindi di accentrare ciò che è burocratico per rafforzare ed elevare ciò che è clinico e vicino al cittadino". Per il centrodestra si tratta di una riforma della sanità dove non sarà più il cittadino a rincorrere la sanità, ma la sanità che attraverso la presa in carico individuale del cittadino lo accompagnerà in un percorso di cure e prevenzione. "Abbiamo già visto dei cambiamenti in questo ultimo periodo, per esempio nelle liste d'attesa che nelle complessità B sono scese dal 70% al 10% - ha rimarcato il presidente della Commissione Sanità -. Alleggeriremo i pronto soccorso attraverso l'utilizzo delle case di comunità che saranno un grande punto di riferimento per la nostra comunità. La natura della riforma è quella di alleggerire il carico di lavoro burocratico degli operatori sanitari per riportare queste risorse direttamente a contatto con il cittadino, che vedrà poi un miglioramento netto".

L'aula del consiglio regionale della Liguria

Una riforma "che non ascolta il territorio"

Diametralmente opposto il giudizio espresso dal vicepresidente dem della Commissione Salute e Sicurezza Enrico Ioculano. "Una delle prime criticità è la distanza decisionale tra Genova e i territori, il modo in cui è stato trattato il personale sanitario, dirigente e non solo, e i servizi che alla lunga verranno erogati nei territori - commenta Enrico Ioculano -. È una riforma fatta male, che parte solo dall'esigenza di non essere commissariati, proprio perché bisogna portare qualcosa al ministero per dire 'dateci qualcosa in più perché se no quest'anno ci commissariate'. Perché il disavanzo è enorme". Secondo le opposizioni la riforma non ha tenuto conto dei sindaci e della loro opinione. "Mettono sui territori direttori d'area ma senza particolare competenza, valutati solo sul budget, che dovranno rispettarlo, l'autonomia non esisterà più. Coloro che prenderanno le decisioni si troveranno solo a Genova, e saranno il direttore generale dell'azienda unica. I territori sono sviliti, siamo totalmente contrari a questo tipo di impostazione". Sono considerati quindi diametralmente opposti i principi, perché spiega il centrosinistra, "serve un direttore d'area competente in materia sanitaria e gestionale". Anche nella giornata di domani, mercoledì 10 dicembre, durante il consiglio regionale a oltranza, verranno presentati numerosi emendamenti da parte delle opposizioni. "È una riforma sbagliata di principio, i direttori delle Asl non sanno cosa devo fare dal 2 gennaio, non è il modo di trattare chi è stato applaudito fino a ieri, è un problema di approccio" ha chiosato Ioculano. Durante la discussione di ieri pomeriggio c'è stato anche il tempo per un siparietto tra Marco Bucci e Armando Sanna. Il capogruppo del Pd ha mostrato il libro delle fiabe al presidente della giunta, per dire "che ha trattato la riforma della sanità come una favola da raccontare ai bambini". Il battibecco, che ha strappato qualche piccolo sorriso, è stato l'occasione per rimarcare la distanza di vedute tra le due coalizioni. 

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