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Mentre in Cina il covid-19 è tornato a far paura, con numeri in rialzo per quanto riguarda i contagi e i decessi, in Italia per i non vaccinati il rischio mortalità è sei volte maggiore nella fascia d'età 60-79 anni. A renderlo noto l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel suo rapporto esteso su "Sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale". Nella fascia sopra indicata il tasso di mortalità è triplo rispetto ai vaccinati con tre dosi e quasi sei volte più alto rispetto a coloro che hanno ricevuto la quarta dose da meno di 120 giorni. 

Sempre tra i 60 e i 79 anni, i dati si riferiscono al periodo 18 novembre-18 dicembre 2022, il tasso di ricovero delle persone non vaccinate nei reparti ordinari risulta due volte e mezzo superiore rispetto ai vaccinati con tre dosi, e di tre volte e mezzo superiore rispetto ai vaccinati con quattro dosi. Per quanto riguarda i dati relativi alle terapie intensive, la differenza risulta essere del triplo tra i non vaccinati e i vaccinati con due dosi, e del quadruplo rispetto ai vaccinati con quattro dosi da meno di 120 giorni. 

Nella fascia d'età superiore agli 80 anni, per coloro che non hanno ricevuto il vaccino anti-covid, il tasso di ricovero è il quadruplo rispetto a coloro che ne hanno ricevute tre, e di quasi sei volte più alto rispetto ai vaccinati con quattro dosi. Nella stessa fascia d'età il tasso di ricovero in terapia intensiva risulta quasi sei volte più alto rispetto ai vaccinati con tre dosi, dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con quattro dosi da meno di 120 giorni e cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con quattro dosi da oltre 120 giorni.



 

L'assessore alla Sanità di Regione Liguria Angelo Gratarola risponde con una nota all'attacco della Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, che accusa mancanza di personale nella gestione del lavoro della guardia medica. "Il tema a cui fa riferimento la Fimmg, la carenza di personale, è evidentemente di carattere nazionale. Per quanto di competenza della Regione, possiamo dire che ancora recentemente, con la firma di un importante accordo, sono state messe in atto una serie di misure e premialità per incentivare anche i medici della continuità assistenziale - spiega l'assessore Gratarola -. Siamo dunque al loro fianco per cercare di contenere questo problema, consapevoli che però non sarà risolto nel breve periodo e dovrà essere affrontato a livello di governo centrale. L'assessorato continuerà l'interlocuzione con i rappresentanti della categoria in un confronto costruttivo volto a trovare le migliori soluzioni ai problemi che di volta in volta si presenteranno sulla nostra strada". 

J'acusse arrivato attraverso le parole di Marco Polese, referente continuità assistenziale Fimmg Liguria che su Primocanale, durante l'intervista realizzata da Tiziana Oberti, ha delineato una situazione preoccupante: "Abbiamo avuto festività molto critiche che corrispondono a quelle dell'anno scorso. Il servizio è vecchio nella sua struttura e organizzazione, è un lavoro poco contribuito e sempre più complesso da svolgere, in questo momento sta patendo più di altri la cronica carenza di medici". E' andata in scena il 15 dicembre la firma tra Fimmg e Regione Liguria con un primo accordo dopo quindici anni dall'ultimo, "in cui vengono stanziate alcune risorse in più ma solo per questioni di emergenza. Noi chiediamo un profondo ripensamento del servizio" ha aggiunto Polese.gratarola

Una storia di difficoltà e criticità, quella del pronto soccorso e dell'emergenza, che è un problema nazionale e si riverbera anche a livello locale in Liguria. Al Villa Scassi di Genova Sampierdarena, racconta il direttore del pronto soccorso Alessandro Rollero, "il pronto soccorso è sovraffollato, in questo momento tra persone che attendono una destinazione o che sono in visita ne abbiamo 80 e una decina stanno aspettando la visita. Il nostro pronto soccorso sta aspettando un lavoro di ampliamento che dovrà essere ultimato tra marzo e aprile e che ci darà sostegno ma al momento mi trovo in difficoltà".

Molto incide anche il numero di persone che vivono nell'area: "Il pronto soccorso del Villa Scassi da solo deve reggere un bacino di utenza di 340-350mila persone che sono circa la metà della popolazione genovese. Tra il numero di persone che arrivano (che sono tante) e quelle che riesco a dimettere o trasferire per vari motivi (che sono poche) si forma un intasamento. Che riusciamo a gestire al meglio delle nostre disponiblità anche se noi come tutti i pronto soccorso d'Italia stiamo vivendo una carenza di personale perché nessuno vuole venire a fare il medico di pronto soccorso. Spero che l'affollamento si risolva quando il periodo dell'influenza ci darà tregua".

"La continuità assistenziale è un servizio anacronistico, fermo a 30 anni fa, poco retribuito e sempre più complesso. A Genova negli ultimi giorni su 14 medici in organico ne erano disponibili solo 4 a gestire oltre mille chiamate e oltre 400 visite": è la fotografia di un momento particolarmente difficile per quelle che un tempo si chiamavano le guardie mediche, oggi più correttamente sono i servizi di continuità assistenziale che intervengono nelle ore notturne, nei festivi, nei fine settimana. Ma che hanno mostrato anche nei giorni delle feste natalizie il loro tallone d'Achille: la mancanza di personale a gestire la grande mole di lavoro che il territorio ligure, per la sua conformazione, porta a questo servizio.

Le parole sono di Marco Polese, referente continuità assistenziale FIMMG Liguria, che in diretta a Primocanale nell'intervista di Tiziana Oberti ha descritto una situazione critica: "Abbiamo avuto festività molto critiche che corrispondono però a quelle dell'anno scorso. Il servizio è vecchio nella sua struttura e organizzazione, è un lavoro poco contribuito e sempre più complesso da svolgere, in questo momento sta patendo più di altri la cronica carenza di medici".

Oggi ospite della rubrica 'Il medico risponde' l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore del DIAR Malattie infettive della Liguria.

L'infettivologo Matteo Bassetti chiarisce le idee ai microfoni di Primocanale rispetto ciò che sta accadendo in Cina in questo ultimo periodo. Sono arrivate due sottovarianti che, nonostante abbiano effetti meno gravi dell'originale covid, rispondono meno ai vaccini.

Ogni giorno sul sito primocanale.it rivedi le interviste a medici e esperti liguri.