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Politica

La sindaca di Genova è diventata popolare anche a livello nazionale, la segretaria Pd la vede come possibile federatrice dei riformisti ma non come candidata premier
4 minuti e 28 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Silvia Salis ed Elly Schlein sul palco di Sestri Ponente

Se nel 1991 Antonello Venditti cantava "Amici mai", nel 2025 il duetto è invece interpretato da Elly Schlein e Silvia Salis. Amiche mai, dopo la campagna elettorale della scorsa primavera, per la segretaria del Pd e la sindaca di Genova. L'idillio iniziale tra le due leader si è via via consumato, perché mentre cresceva la popolarità di Salis, aumentava l'irritazione di Schlein. Baci e abbracci immortalati nelle piazze genovesi, in vista di una vittoria al primo turno che ha riportato il centrosinistra a Palazzo Tursi, sembrano un lontano ricordo.

L'incontro a Bologna con i sindaci dem

Voci di corridoio raccontano di una segretaria dem infastidita dal ruolo nazionale di cui Salis è stata investita, non solo da alcuni big ma anche dai media che seguono e raccontano la politica italiana. Che il rapporto stesse scricchiolando da oramai diverso tempo era sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei più attenti osservatori. E allora, per correre ai ripari, Elly Schlein ha riunito a Bologna i sindaci del Pd, dell'area di centrosinistra, per armare le truppe, in vista del prossimo appuntamento elettorale: le Politiche del 2027. Per battere Giorgia Meloni è necessario che prenda piede una forza riformista, capace di recuperare almeno un 8% che andrebbe a sommarsi ai voti del Pd, del Mov5s e di Avs. Con l'incognita sul futuro di Renzi, considerando che Calenda si è tirato fuori dalla partita. E chi, se non i sindaci di area progressista, che amministrano le più grandi città italiane, possono correre in aiuto? Lo sa bene Elly Schlein, che ha chiamato a raccolta sul palco del capoluogo emiliano i primi cittadini di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Perugia, la stessa Bologna. Genova è rimasta sullo sfondo, con Salis non presente in sala ma spesso protagonista di interviste nazionali e paginate sui più importanti quotidiani, ma apparentemente "snobbata" dalla segretaria dem.

A chi spetta il ruolo di premier 

Il suo profilo è considerato in grado di sparigliare le carte, di rappresentare quella ventata di novità, necessaria al cosiddetto campo largo, nonostante la sua esperienza amministrativa e politica sia, per forza di cose, agli albori (è sindaca di Genova dallo scorso maggio, in precedenza è stata vicepresidente del Coni ndr). Ma se il protagonismo di Salis è considerato un'arma vincente per molti esponenti del Partito Democratico, anche per scansare la segretaria, per la stessa Schlein è invece valutato come un passo più lungo della gamba. D'altronde quel ruolo tanto ambito a Palazzo Chigi a chi spetterebbe? Alla segretaria dem che rappresenta il principale partito della coalizione (all'interno del Pd lo statuto indica la regola della candidatura a premier del segretario ndr), a Giuseppe Conte che ha già vestito i panni del premier o a un terzo pretendente, che potrebbe essere pescato tra i sindaci d'Italia? Ed è proprio dalla suggestione del sindaco-premier che può partire la scalata di Silvia Salis, nonostante lei continui a ribadire che il suo futuro, per i prossimi anni, è a Genova. Gli attestati di stima però, non mancano: da Matteo Renzi a Dario Franceschini, che spingono sull'ex martellista, convinti che "la sua ventata di freschezza" e la sua grande capacità comunicativa possano far vincere un centrosinistra, numeri alla mano, ancora sotto al centrodestra e al consenso altissimo di Meloni.

Il ruolo dei sindaci nella partita nazionale

Quel detto che dice, "se non puoi sconfiggere il nemico, fattelo amico", è stato ben interpretato da Schlein, che ha deciso di portare dalla sua parte i vari Manfredi, Gualtieri, Ferdinandi, Funaro, sindaci con cui qualche frizione in passato c'è stata, ma che adesso possono rappresentare uno zoccolo duro per le Politiche, magari capace di emarginare la figura ingombrante di Salis. Perché sa bene Elly Schlein che, proprio tra i principali primi cittadini, potrebbe essere scelto il frontman (o frontwoman) da contrapporre alla leader di Fratelli d'Italia. Quale il criterio però, non è ancora dato sapersi, perché se dovessero essere le Primarie a incoronare il leader del centrosinistra, Salis potrebbe avere diverse chance. Tra i ben informati, anche nel Pd ligure e genovese, si narra di una Schlein favorevole al contributo riformista e liberale che può portare la prima cittadina di Genova, grazie al ruolo dei sindaci, ma che non esca dai confini del contributo come quarta gamba del centrosinistra.

Il rapporto a distanza tra Schlein e Salis

Nel frattempo l'ex vicepresidente del Coni cresce sui social, la sua immagine ha rotto gli argini genovesi, le sue frasi vengono riprese a livello nazionale (dal tema della sicurezza agli insulti sessisti) e i suoi sostenitori la spingono verso Roma. Ma sulla sua strada, direzione capitale, c'è l'ostacolo Schlein (e non solo, anche altri partiti non sembrano al momento convinti), che avrebbe chiesto alla sua area di riferimento di circoscrivere la figura di Salis a mero incentivo per far crescere il ruolo riformista nella coalizione. Segnali di irritazione erano già stati colti lo scorso 11 ottobre, quando la segretaria si trovava a Genova per il V Congresso nazionale di Area Democratica, e a domanda specifica dei cronisti sul dualismo con Salis, Schlein tirò dritto, mimando un laconico "no comment". Ma a inserirsi sulla strada per Chigi, per la segretaria dem, potrebbe esserci anche la figura di Antonio Decaro, presidente della Puglia in pectore (si vota domenica e lunedì prossimi e Decaro è dato in grande vantaggio ndr), che tra due anni potrebbe assorbire la leadership del campo largo. Anch'egli ex sindaco, di Bari. Insomma, tornando a Schlein e Salis, amiche sì, ma a 500 km di distanza, una a Roma, l'altra a Genova.

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