Più che un'aula di consiglio sembra un campo da ring (verbale si intende), quello che a cui si assiste a palazzo Tursi e nella sede della prefettura. Il clima che si respira durante le sedute in Comune e in Città metropolitana è teso come una corda di violino, capace di surriscaldarsi a ogni folata di vento. Per certi aspetti, sembra si navighi in perenne campagna elettorale, dove il livello di scontro è sempre pronto a esplodere, perché la posta in gioco è alta. Ma la campagna è terminata e la città è rappresentata da una giunta, con la sua maggioranza e un'opposizione che fino a giugno era alla guida di Genova.
Centrodestra all'attacco
Ad acuire i diverbi ci ha pensato, in queste settimane, la situazione legata ad Amt, a partire dal nuovo piano tariffario studiato per recuperare danari nelle casse della partecipata. Ultimo, solo in ordine di tempo, il diverbio sfociato tra il presidente del consiglio comunale Claudio Villa e la consigliera della Lega Paola Bordilli, che si è chiusa con l'allontanamento dall'aula di quest'ultima. Bordilli è stata infatti accompagnata fuori dalla Polizia Locale, dopo diversi richiami verbali da parte del presidente Villa. Durissima la presa di posizione del centrodestra, con la capogruppo della Lega che ha parlato di "morte della democrazia". Parole a cui hanno fatto eco quelle degli altri gruppi consiliari. "Nel consiglio comunale di Genova è andata in scena una pagina vergognosa: è morta la democrazia. Pur di impedire al centrodestra di discutere ciò che dà fastidio alla giunta Salis – gli aumenti delle tariffe Amt a carico dei genovesi – il presidente del consiglio è arrivato a utilizzare la Polizia Locale per farmi allontanare dall'aula. Un atto autoritario, indegno e spropositato rispetto alla mia richiesta" aveva commentato Bordilli. Sulla stessa lunghezza d'onda anche la deputata e consigliera di Orgoglio Genova-Noi Moderati Ilaria Cavo: "Da donna, da moderata, da cittadina, non posso tollerare che venga chiamata la forza pubblica per portare fuori dall'aula una consigliera che chiede solo di intervenire e discutere ordini del giorno collegato a una variazione di bilancio, su temi che riguardano tutti, dai civ alle pro loco al centro storico".
Salis difende la sua maggioranza
La maggioranza ha da subito fatto quadrato intorno al presidente Villa, respingendo le accuse di "antidemocrazia" sulla gestione dell'aula. A margine del primo consiglio metropolitano, sul tema, è intervenuta anche la sindaca Silvia Salis, che ai microfoni di Primocanale ha parlato invece di "ostruzionismo", perché "in consiglio comunale non si riesce a portare avanti i lavori". "Il presidente Villa, ed è evidente dalle registrazioni, si vede proprio che Bordilli rideva quando è successo il fatto - ha commentato Salis -. Mi dispiace che ne sia rimasta scossa ma le immagini dicono altro. Io difendo l'operato di Villa perché ha applicato il regolamento, ha dato diversi avvertimenti, lo ha eseguito per consentire lo svolgimento dei lavori. Se poi vogliamo giocare sul populismo, questo non è il mio lavoro, io sono qua ad amministrare la città". A episodi simili si era assistito anche in passato, diversi gli scambi infuocati soprattutto tra l'ex presidente del consiglio Carmelo Cassibba e i consiglieri Francesca Ghio e Simone D'Angelo, con cui si è sfiorata la rissa nel giugno dell'anno scorso. Insomma, nulla di nuovo sotto il cielo della politica, che sia genovese, ligure o di qualsiasi altra regione, gli scontri politici sono sempre esistiti, ma l'effetto sugli osservatori non è mai positivo. Nel frattempo in città metropolitana, nel day after del primo consiglio, restano le scorie di quanto accaduto, con il centrodestra che ha abbandonato l'aula sulle tariffe di Amt e la sindaca Salis che ha accusato l'opposizione di atteggiamento "inaccettabile".
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