Mentre in porto a Genova si trova fermo il cargo libanese Bana, su cui la Distrettuale antimafia e antiterrorismo ha aperto un'indagine per traffico d'armi tra la Turchia e la Libia, il collettivo autonomo lavoratori del porto ha lanciato la mobilitazione in vista dell'arrivo a Genova della nave saudita Bahri Yambu, che avrebbe a bordo l'ennesimo carico di armamenti destinati alla guerra in Yemen. La nave, che in queste settimane non ha effettuato alcuni scali a causa delle proteste degli attivisti nei porti europei, naviga attualmente verso Bilbao. L'arrivo a Genova è al momento previsto per il 16 febbraio, ma la data potrebbe cambiare."Ci mobiliteremo il giorno che la nave arriverà a Genova - spiega Riccardo Rudino - perché quelle navi dal nostro porto non devono transitare. In altre città europee sono bastati pochi striscioni per impedire l'attracco e non capiamo perché a Genova ministero, procura e polizia si mobilitano per il Bana, mentre sulle Bahri c'è completo disinteresse nonostante facciano esattamente la stessa cosa". I portuali del Calp, quasi tutti delegati della Cgil, hanno chiesto un passaggio con il sindacato in vista della mobilitazione: "Abbiamo chiesto alla Camera del lavoro di indire uno sciopero cittadino contro la guerra, ma ancora non abbiamo avuto risposta". Alla giornata parteciperà anche Amnesty international: "Sosteniamo questa lotta - spiega la responsabile ligure Francesca Bisiani - perché nessun lavoratore debba essere costretto a violare i diritti umani e chiediamo al sindacato di indire una mobilitazione"
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