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Mentre i tifosi chiedono un cambio di prospettiva
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Che cosa ha in mente, a salvezza ottenuta, Preziosi per il Genoa? L'ipotesi di un avvicendamento con Calabrò è agli archivi o può tornare attuale? Solo i protagonisti di una trattativa mai davvero avviata sono in grado di dirlo. Sono passati quasi 11 anni da quando il presidente, durante la deposizione alla Disciplinare per il caso-Venezia, aveva adombrato l'eventualità di abbandonare il Genoa e il calcio.

Da allora, l'industriale irpino non solo non ha lasciato, ma ha più che raddoppiato. Nella storia del club rossoblù è infatti il presidente più longevo, primeggia in derby vinti (sei), contende ad Aldo Spinelli il rango di miglior dirigente postbellico. E vuole andare avanti. Ma con quali progetti?

La mancata licenza Uefa dello scorso anno ha segnato un punto di crisi acuta, nel rapporto tra Preziosi e una parte di tifoseria, forse non maggioritaria sul piano numerico, ma assai influente in senso “politico”. Se i filogovernativi sottolineano la stabile presenza in serie A, mai così duratura, i contestatori rimproverano al Joker il sistematico smontaggio e riassemblaggio annuale dell'organico: metodo funzionale alla creazione di robuste plusvalenze, ma preclusivo di una crescita sul modello di Fiorentina e Napoli.

Disattese le promesse della scorsa estate sull'intangibilità dei migliori (partiti invece Bertolacci, Perotti, Falque, Kucka, Tino Costa e il giovanissimo Mandragora), il presidente ha finora esorcizzato l'ombra di un'uscita di scena, sia per i numerosi aspetti non chiari dell'autocandidatura di Calabrò, pur provvisto dell'autorevole e significativa sponsorizzazione del governatore Toti, sia per la perdurante presenza sulla scena cittadina di una dirigenza poco concorrenziale, al contrario di quanto capitato a Spinelli che aveva dovuto misurarsi con Paolo Mantovani.

Ai Garrone-Mondini, tanto facoltosi quanto rinunciatari, nella Sampdoria è infatti subentrato un Ferrero che, tra folklore e disavventure, ha di fatto comparativamente rafforzato profilo e credibilità di Preziosi. Ma senza un cambio di prospettiva, volto a un graduale miglioramento non impossibile in un calcio povero di idee ancor più che di risorse, sarà difficile per il fabbricante di giocattoli continuare a gestire il suo balocco preferito.