Vai all'articolo sul sito completo

Lutto nel teatro genovese. Se ne è andato a 69 anni Sandro Baldacci, direttore artistico e socio fondatore di 'Teatro Necessario Onlus'. Una vita passata sul palcoscenico dopo essersi diplomato presso la scuola del Teatro Stabile di Genova con il quale ha poi collaborato in qualità di attore, regista e docente che oggi lo ricorda “con profondo dolore come uomo tenace e coraggioso”. Insegnante presso il Corso di Laurea in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo dell’Università e presso diverse Scuole di Specializzazione Universitaria per insegnanti e psicologi ha svolto attività didattica anche nelle scuole e tenuto corsi di teatroterapia in centri sociali e comunità terapeutiche.

Le sue principali linee di ricerca erano il teatro come rappresentazione del disagio e delle diversità sociali e come strumento di riabilitazione e integrazione nella scuola, nelle comunità e nelle case di pena. Proprio in quest'ambito si deve anche a lui la realizzazione del 'Teatro dell'Arca', primo in Europa costruito all'interno di un carcere, quello di Marassi. Questo è quanto hanno scritto i suoi colleghi del 'Teatro Necessario': “La vita è un mistero. Conta cosa abbiamo fatto. Sandro ha lasciato le sue opere. Indelebili, energia pura soprattutto in un ambiente così cupo e complesso come il carcere. Il suo coraggio è stato come un fiore che nasce dall'asfalto”.

I funerali avranno luogo sabato 18 alle 11.45 presso la Chiesa dei Diecimila Crocifissi in via Canevari.

 

E' considerata un'icona femminista: per la sua vita appassionante e tragica, la ricerca di indipendenza e ovviamente le eroine dei suoi quadri. Artemisia Gentileschi è uno dei più straordinari artisti del Seicento, prima donna ad essere ammessa in un’Accademia d’arte. Vittima di uno stupro, denunciò l’aggressore imponendo le sue doti nelle principali corti europee. A questo straordinario personaggio Palazzo Ducale dedica una mostra, 'Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione', che offre un ritratto fedele della sua complessa personalità attraverso oltre 50 dipinti provenienti da tutta Europa.

“Non è una pittrice ma una donna – rivela Vittorio Sgarbi intervenuto alla presentazione -, diciamo un pittore-donna che mette in scena attraverso una grande capacità la propria storia umana che è fondamentale per i temi e i soggetti, primo fra tutti la vendetta"

"E' il primo caso in cui una donna assume un ruolo che è antagonista rispetto all'uomo che l'ha violentata per riuscire a sconfiggerlo, cosa che è perfettamente riuscita perché Artemisia è Artemisia mentre Agostino Tassi, il violentatore, non lo conosce praticamente nessuno".

"Attraverso la pittura ha vinto la sua battaglia umana. La bellezza della storia sta tutta qui, l'intreccio fra una vicenda tragica e la capacità della pittura di riscattare anche dalla tragedia.”

GENOVA - Al Festival Orientamenti, nel corso dell'inaugurazione, si è tenuta anche la consegna della Croce di San Giorgio, l'onorificenza istituita da Regione Liguria quasi un anno fa, alla splendida attrice genovese Elisabetta Pozzi. Un momento dedicato all'arte con la "A" maiuscola della recitazione, nobile arte che affascina tanti giovani, ma che è una strada difficile da perseguire. "Non tutti possono fare un mestiere come questo", ammette la stessa Pozzi, che ricorda bene con quanta tenacia ha inseguito il suo sogno, fin dai primi anni del liceo. 

"Volevo incantare il pubblico tramite i miei personaggi" e così fa dalla prima volta che ha calcato il palcoscenico. L' attrice ha raccontato ai nostri microfoni com'è nato il suo sogno. Il teatro è entrato nella sua vita a 15 anni, quando ha assistito al suo primo spettacolo, che l'ha spinta a iscriversi alla Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Nazionale di Genova: oggi ne è la direttrice e guida i giovani attori nel realizzare i propri sogni. Ancora nitido il ricordo del suo debutto: fece un provino per cui venne scelta come protagonista per lo spettacolo "Il fu Mattia Pascal", piéce tratta dall'omonimo romanzo di Luigi Pirandello, a fianco di Giorgio Albertazzi. 

https://www.instagram.com/p/CzrBqDTIbzF/

"Il teatro deve essere apertura e deve essere studio, uno studio costante, ogni giorno è fondamentale prestare attenzione ai tanti stimoli, altrimenti è la fine. Solo così il teatro è vivo": questo è l'insegnamento che Pozzi vuole trasmettere ai suoi allievi, a cui viene insegnato a crescere come attori ma soprattutto come persone.

Orientamenti al via con più di 20 mila presenze: l'invito ai giovani ad avere il coraggio di sognare - L'EVENTO DI APERTURA

GENOVA - Salta la prima del Werther prevista per venerdì sera al Carlo Felice. Lo sciopero dichiarato dalla Fials e dallo Snater sulla base delle agitazioni sindacali nazionali ha obbligato la sovrintendenza a cancellare la prima recita dell'opera di Massenet e a far slittare il debutto a domenica 19, alle 15.

"La Fondazione Teatro Carlo Felice - si legge nella nota diffusa dalla Sovrintendenza - comunica che nell'ambito degli scioperi proclamati dai sindacati nazionali per lo 'stallo delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche', le organizzazioni sindacali Fials e Snater hanno confermato lo sciopero per la recita dell'opera Werther prevista per venerdì 17 novembre 2023.

La Fondazione, non potendo assicurare la realizzazione dello spettacolo, annulla la recita di Werther del 17 novembre. Gli abbonati e i possessori di biglietti potranno assistere alle altre recite in programma il 19, 24 e 26 novembre 2023, oppure richiedere il rimborso".