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Cronaca

Per i legali, in vista del tribunale del Riesame, un nodo da sciogliere fondamentale è la natura e l'utilizzabilità della documentazione fornita da Israele e utilizzata dai pm genovesi per dire che le associazioni destinatarie dei finanziamenti sono in realtà
1 minuto e 45 secondi di lettura
di Filippo Serio
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È durato circa due ore il colloquio tra Mohammad Hannoun, l'architetto arrestato con l'accusa di finanziare Hamas, e i suoi legali in vista dell'interrogatorio di garanzia: "È stato molto lucido e preciso nel ricostruire tutti i passaggi dei finanziamenti e da domani cominceremo a studiarli nei dettagli - spiegano gli avvocati Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo -. Ha sempre operato in maniera tracciabile e sempre con associazioni registrate, molte delle quali anche in Israele".

Finanziamenti ad Hamas: sequestrati soldi, computer e bandiere tra Genova e Sassuolo

Oggi l'interrogatorio di Hannoun in carcere 

Questa mattina Hannoun "chiarirà alcuni passaggi con la gip attraverso una dichiarazione spontanea, ma su nostro consiglio non si sottoporrà a interrogatorio anche perché ancora non abbiamo ricevuto tutti gli atti depositati" continuano i legali.

Circa il fatto che secondo l'accusa Hannoun stesse fuggendo in Turchia gli avvocati spiegano: "Lui in Turchia va costantemente per le attività di beneficienza e ci ha precisato che dal 7 ottobre 2023 non aveva più possibilità di operare dall'Italia e a causa del blocco dei conti doveva portare i contanti in Turchia o in Egitto".

Sale il numero degli indagati

Intanto, dalla procura di Genova si apprende che sono sette gli indagati che hanno subito perquisizioni da parte della Digos e della Guardia di Finanza oltre agli arrestati. Tra loro ci sono la moglie e i figli di Hannoun e la giornalista e attivista Angela Lano. Il numero complessivo degli indagati sarebbe comunque superiore.

Per i legali, in vista del tribunale del Riesame, un nodo da sciogliere fondamentale è la natura e l'utilizzabilità della documentazione fornita da Israele e utilizzata dai pm genovesi per dire che le associazioni destinatarie dei finanziamenti sono in realtà in mano ad Hamas. Si tratta di materiale sequestrato o formato "sul campo di battaglia - spiegano i legali - e non sappiamo con quali modalità e quali garanzie procedurali o processuali da cui vengono ricavate una serie di informative che la giudice definisce documenti ma che per noi sono atti di indagine da parte di una polizia estera e non di un'autorità giudiziaria la cui natura sarà oggetto di studio nelle prossime settimane"

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