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Cronaca

Alla ripresa delle udienze domani in aula gli avvocati di Maselli, Renzi e Zanzarsi, tre ex dirigenti del primo tronco di Aspi per cui i pm hanno chiesto 3 anni, le pene più basse. L'ultimo a essere trattato sarà Castellucci che rischia 18 anni e mezzo
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di Michele Varì

Maselli, Renzi e Zanzarsi: saranno le arringhe degli avvocati di questi tre imputati "minori", tutti ex dirigenti Aspi del primo tronco autostradale di Genova, a parlare martedì 9 dicembre alla riapertura del processo per il crolo del ponte Morandi che entra così nella fase finale che potrebbe portare entro l'ottavo anniversario dal tragico 14 agosto 2018 alla sentenza per il disastro che ha causato la morte di 43 persone.

Gli imputati alla sbarra sono 57 fra ex dirigenti e tecnici di Autostrade, Spea Engineering e Ministero dei Trasporti.

Le fase dedicata alle difese partirà dagli imputati per cui i pm Cotugno e Airoldi hanno chiesto pene minori: tre anni, mentre l'ultima posizione che sarà trattata davanti ai giudici Lepri, Polidori e Baldini, si spera entro la fine di febbraio 2026, sarà l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci, già in carcere per la tragedia autostradale di Avellino, e per cui è stata chiesta la pena più severa, 18 anni e mezzo.

Pene alte anche per i due collaboratori più stretti di Castellucci, Michele Donferri Mitelli, per cui sono stati chiesti 15 anni e 6 mesi, e Paolo Berti, anche lui già in galera per Avellino, che rischia 12 anni e 6 mesi.

Le accuse più gravi come l'omicidio stradale dovrebbero estinguersi tra il 2031 e il 2036. Molto più fragili invece le contestazioni per chi aveva lasciato l’incarico anni prima: tra 10 e 15 posizioni rischiano di cadere, mentre alcune imputazioni minori sono già prescritte.
Si ipotizza che l’Appello potrebbe esserci a metà 2027 pertanto non è affatto certo che la Cassazione riesca a chiudere l'iter entro il 2028.

Nel procedimento parallelo “Morandi bis”, che riguarda viadotti e infrastrutture a rischio, la Cassazione ha deciso che il fascicolo resterà a Genova perché il possibile falso sarebbe configurabile al momento dell’accesso ai sistemi Spea avvenuto nel capoluogo ligure. Per evitare prescrizioni, è stato fissato un calendario serrato. Su 45 imputati, 25 sono coinvolti anche nel processo principale.

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