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Cronaca

2 minuti e 15 secondi di lettura
di An.De.
Immagine d'archivio

A Genova è in corso un’indagine a due binari, penale e interna all’ospedale, a seguito della denuncia di una presunta violenza sessuale subita da una paziente nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) di una struttura sanitaria locale.

I fatti

La donna ha riferito di essere stata aggredita da un altro degente, un uomo di 40 anni, che si trovava nel reparto nonostante fosse destinato a una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), in quanto ritenuto socialmente pericoloso. La Procura, guidata dalla pm Daniela Pischetola, ha aperto un fascicolo per violenza sessuale. Lo riporta l'Ansa.

La denuncia

I carabinieri stanno indagando per chiarire se l’ospedale abbia adottato le necessarie misure di sicurezza, come la separazione tra pazienti di sesso diverso. L’uomo, precedentemente agli arresti domiciliari, era stato trasferito in carcere dopo aver violato le restrizioni. La sua detenzione, prolungata di una settimana oltre il previsto in attesa di un posto in una Rems, lo aveva portato al ricovero nell’Spdc, dove sarebbe avvenuto l’abuso.

Per la vittima è stato attivato il “protocollo rosa”, riservato alle donne che subiscono violenze, e la donna è stata trasferita in un’altra struttura sanitaria, dove riceverà supporto psicologico. Le indagini proseguono per accertare responsabilità e garantire giustizia. 

La solidarietà del sindacato  

"Piena solidarietà al personale sanitario e socio-sanitario operante nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, che ogni giorno lavora in condizioni sempre più complesse, difficili e spesso prive del necessario supporto istituzionale. È inaccettabile quanto accaduto a Villa Scassi con persone con un profilo psichiatrico ad elevata pericolosità, destinate a una REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), vengano collocate in reparti di degenza ordinari per l’assenza di posti disponibili. Questa prassi potrebbe mettere in pericolo non solo i ricoverati ma anche il Personale”, spiega Elisabetta Tassara, Segretaria Generale della Cisl Medici Liguria. “I Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura sono un luogo di cura, non una struttura detentiva né un surrogato delle REMS. Le REMS stesse, nate con l’intento di superare gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, rischiano oggi di rappresentare un esempio del peggior buonismo istituzionale, incapace di garantire un’effettiva presa in carico terapeutica e, al tempo stesso, di tutelare la sicurezza collettiva. Serve un’assunzione di responsabilità politica e istituzionale urgente. Non si può continuare a colmare con l’improvvisazione e la buona volontà del personale le gravi carenze di sistema. La tutela della salute mentale deve essere reale, non solo proclamata: per chi cura, per chi è curato e per la collettività intera", conclude Elisabetta Tassara.

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