
"Nel corso delle indagini è emersa una cosa molto chiara e cioè la difficoltà, in questo caso direi abnorme, di acquisire le informazioni. Abbiamo incontrato persone reticenti, direi che si è sfiorata l'omertà". A dirlo in aula nel processo per l'omicidio di Nada Cella, la segretaria uccisa nel 1996 a Chiavari (Genova), è stato Stefano Signoretti, all'epoca dell'ultima riapertura delle indagini capo della squadra mobile di Genova. È lui che ha coordinato il lavoro di oltre 20 poliziotti.
La nuova indagine con venti poliziotti
Il dirigente ha spiegato come sono state fatte le indagini coordinandosi con la pm Gabriella Dotto. "Ho deciso di approcciare la riapertura dell'inchiesta come se l'omicidio fosse avvenuto il giorno prima. Quindi siamo ripartiti da zero, senza dare nulla per scontato". E dunque riascoltando i testimoni, cercando prove sul bottone trovato sulla scena del crimine, e di risalire ai possibili testimoni rimasti anonimi, rianalizzando i vecchi reperti ma anche tutta la documentazione dell'epoca. "Abbiamo cercato di ampliare al massimo la cerchia delle persone che potevano essere entrate in contatto con la vittima, non abbiamo tralasciato nulla".
Prima inchiesta archiviata dopo soli cinque giorni
Il nome della ex insegnante Anna Lucia Cecere era già emerso all'epoca del delitto. I carabinieri avevano ricevuto alcune segnalazioni e avevano trovato i bottoni compatibili con quello repertato. Anche la polizia aveva "sfiorato quella che oggi è l'imputata - ha spiegato Signoretti - ma dopo soli cinque giorni il pubblico ministero Gebbia chiese l'archiviazione. Non risulta che il pm abbia informato la polizia (all'epoca titolare dell'indagine, ndr) di quanto raccolto dai carabinieri e della decisione di archiviare la Cecere".
Il nodo sulle intercettazioni
Prima della deposizione di Signoretti, la corte ha deciso di ammettere gli appunti scritti all'epoca da Marisa Bacchioni e di ascoltare alcuni testimoni indicati dalle difese. Sì è riservata di decidere sulle intercettazioni. Tra queste anche una tra Soracco e il suo difensore dell'epoca. In quella chiamata i due commentavano un articolo di giornale in cui si parlava di una donna misteriosa come possibile assassina e Soracco dice che secondo lui sarebbe la Cecere che era stata diverse volte in studio da lui.
IL COMMENTO
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Caro Leone il tuo articolo è una fotografia del commercio di dieci anni fa