GENOVA - Un momento di gioia, unione e inclusione, arrivano da 80 paesi sparsi per il mondo in rappresentanza di quattro continenti. Sono i nuovi italiani, o meglio i nuovi genovesi che vivono, animano e lavorano in città e hanno deciso di imparare l'italiano. Storie e volti che arrivano da lontano, uniti nella voglia di far parte e creare la nuova comunità.
Sono stati circa seicento i diplomi della Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio consegnati nel corso di una cerimonia che si è svolta al Teatro Carlo Felice di Genova. Sul palco del Carlo Felice si sono sono alternati gli interventi e le testimonianze di alcuni insegnanti e studenti della scuola. La Scuola è attiva a Genova dal 1985, è presente in sette quartieri della città. Il servizio è gratuito, sostenuto dall’impegno volontario di un centinaio di insegnanti, nelle diverse sedi con le lezioni che si svolgono in orari diversi per andare incontro alle esigenze di tutti.
Manuela Dogliotti, maestra d'italiano della Comunità di Sant'Egidio, racconta la bellezza di aver insegnato e condiviso con gli studenti diversi momenti: "Sono persone giovani e meno giovani che arrivano da tantissimi Paesi. È bello per noi incontrare e stare con queste persone che hanno un sogno semplice ma anche complesso: quello di essere riconosciuti pienamente cittadini della nostra città e del nostro Paese. La scuola è una finestra sul mondo e ci permette di toccare con mano le ferite e le ingiustizie: dalla studentessa iraniana al lavoratore del Bangladesh passando attraverso le vecchie e le nuove guerre. La cosa più bella è che le nostre sono classi multiculturali con gli studenti che arrivano da storie e culture diverse. L'amicizia e la conoscenza reciproca che rappresentano la lingua nuova che oltre all'italiano è la lingua dell'inclusione e della cittadinanza. Il problema è che l'iter di regolarizzazione purtroppo è come se venisse reso sempre più difficile, questo rischia di lasciare queste persone al margine dello società o nell'ombra chi invece vuole contribuire al bene e allo sviluppo una citta come quella di Genova che ha tanto bisogno di loro, non lo diciamo noi, lo dicono le statistiche".
La scuola di lingua della Sant’Egidio in questi anni è stata frequentata da circa 16mila persone e ha rappresentato per molti immigrati “un luogo di accoglienza e amicizia, dove, con l’apprendimento progressivo della lingua italiana, ha avuto inizio un percorso di integrazione e partecipazione attiva alla vita della nostra città”. Dalla comunità sottolineano, inoltre, che le scuole della Sant’Egidio non sono solo un “luogo di apprendimento”, ma anche un “ambito di riferimento, di socialità e amicizia” nel percorso di integrazione dei “nuovi italiani” tra cui profughi giunti con i corridoi umanitari e ucraini fuggiti dalla guerra.
IL COMMENTO
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