Cronaca

Claudio Evangelista davanti al giudice che ha convalidato l'arresto: "Papà era un dittatore manesco e tutti noi, soggiogati, subivamo ogni suo volere"
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GENOVA -"In casa papà era un dittatore violento e tutti noi subivamo e obbedivamo ai suoi ordini e desideri, è sempre stato così...".

Lo ha detto visibilmente provato davanti al giudice per le indagini preliminari Claudio Evangelista, 42 anni, il disabile che domenica sera nella sua abitazione di via Novella a Pra' ha ucciso con almeno 21 coltellate il padre Francesco, 77 anni.

Il patricida, accusato di omicidio aggravato dal vincolo di parentela, è stato interrogato dal Gip Luisa Camposaragna per la convalida dell'arresto: "Non so perchè domenica sera invece di ubbidire e subire ancora ho reagito, ma è andata così, ho preso il coltello e l'ho colpito tante volte sino a quando non l'ho visto immobile...".

Occhi arrossati, quasi sul punto di piangere, Claudio Evangelista non ha mai mostrato soddisfazione ma neanche pentimento per quanto ha fatto, "quando parlava era come rassegnato" ha detto il suo avvocato Barbara Baroni che ha assistito all'interrogatorio.

Scontato che il legale possa chiedere per il proprio assistito una perizia psichiatrica che ne accerti l'incapacità di intendere e di volere.

Claudio ha detto che il papà beveva molto e quando era ubriaco diventava un aguzzino che obbligava tutti gli altri familiari a sottostare a ogni suo desiderio: "Eravamo tutti succubi di lui".

Il parricida tornando sul movente del delitto ha confermato che la scintilla è stato il rumore che il padre faceva impedendogli di andare a dormire come lui aveva l'abitudine di fare ogni dopo avere assunto i psicofarmaci della terapia: "Quella sera non mi ha lasciato andare a dormire e ha preteso che io vedessi la partita di calcio alla tv insieme a lui, io ho ubbidito ancora una volta, ma lui pretendeva sempre di più, così alla fine, non so perchè, stavolta invece di subire ancora una volta ho preso il coltello e l'ho colpito, non so perchè, non so perchè non ubbidito come sempre..." ha ripetuto come in tranche l'uomo.


Il pubblico ministero Paola Calleri e la sezione omicidi della squadra mobile titolari delle indagini che stanno ricostruendo il quadro della tragedia hanno avviato accertamenti anche attraverso le cartelle cliniche di Francesco, in cura da anni presso il servizio di Salute Mentale della Asl 3, ma anche degli altri componenti della famiglia, la madre e le tre sorelle dell'arrestato: fra gli obiettivi quello di capire che tipo di violenze avrebbe inferto il padre padrone alla moglie i quattro figli, e accertare quanto c'è di vero nelle terribili voci che, come anticipate da Primocanale, tratteggiano l'alloggio popolare di via Novella come una vera e propria "casa degli orrori".

 

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