Anche a Genova durante il 2024 ha fatto capolino il dibattito su AIRBnB e sull’OverTourism (eccessiva presenza di turisti) che da anni caratterizza le grandi capitali turistiche europee e italiane (Venezia, Firenze, Roma, Napoli). Anche nel capoluogo ligure, soprattutto con riferimento al Centro Storico, non sono mancate prese di posizioni piuttosto dure sul fenomeno degli affitti brevi. Chi scrive ritiene che regolamenti, normative e forme di tassazione dei redditi di persone e società devono essere SEMPRE rispettati da tutti i cittadini e che deve essere compito delle istituzioni vigilare e controllare affinchè questo avvenga, è inoltre importante che le normative evolvano rispetto ai problemi emergenti.
Detto questo, occorre altresì considerare:
1) Il fenomeno AIRBnB è cresciuto negli ultimi 15 anni e si è sviluppato enormemente a livello mondiale, fermo restando quanto detto precedentemente (rispetto di norme, regolamenti e imposizione fiscale, controlli su attività “in nero” e su forme di elusione), credo che difficilmente si potrà tornare indietro;
2) Nel Centro Storico di Genova gli affitti brevi hanno favorito la riattivazione del mercato immobiliare un po’ decotto dopo la crisi 2007-2008 incrementando i redditi dei proprietari, di imprese edilizie artigianali e innescando piccoli processi di rigenerazione urbana dal momento che si sono verificati numerosi interventi di ristrutturazione (facciate, parti comuni, vani scala) di parti di immobili riconvertiti al mercato turistico;
3) Il Centro storico di Genova non ha mai avuto solo una destinazione abitativa, fino agli agli anni 80 era "popolato" di terziario e molti uffici, soprattutto legati al mondo del porto, i famosi "scagni" genovesi;
4) Con Airbnb a Genova (e in Liguria), l’impressione è quella di vedere più turisti giovani, e più stranieri da paesi molto eterogenei (in attesa di dati e più precisi e verifiche sul movimento turistico disaggregato per età), gli affetti brevi sono preferiti dai giovani essendo considerati più userfriendly e avendo mediamente costi minori per giovani, coppie o gruppi di amici provenienti dalle città del Nord Italia e dall'estero (che non possono permettersi o non desiderano un albergo di alto livello e costo elevato).
5) a partire dagli anni 80 e, soprattutto, con il recupero del Porto Antico, UE, Stato, regione, comune hanno investito una quantità ingentissima di risorse (non solo economiche, ma anche politico-istituzionali) per avviare una nuova stagione di sviluppo turististico anche per Genova (città operaia, delle tute blu, del mondo portuale). All’inizio il percorso è stato travagliato, complesso, non esente da difficoltà. La dimensione turistica, accompagnata a quella della riscoperta del waterfront e delle potenzialità storiche, culturali e artistiche del centro antico, hanno segnato la storia degli ultimi 30-35 anni della città con esiti di successo e di valorizzazione di un patrimonio immense (es. Patrimonio Unesco e Rolli).
Ok a sanzionamenti di eventuali elusioni fiscali e al mancato rispetto di leggi e regolamenti, ma la città è meno grigia rispetto ai travagliatissimi anni 80, certo non si devono nascondere i problemi, ma fra i primi anni 90 e l’inizio del nuovo secolo siamo stati tutti orgogliosi di vedere tanti turisti a Genova che apprezzavano la città
*Francesco Gastaldi, genovese, è Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia
IL COMMENTO
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