"Non chiediamo cifre enormi ma una parte residuale dei ristori del Morandi, almeno quaranta milioni di euro, per iniziare la manutenzione delle infrastrutture strategiche della città.” Così l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Genova Massimo Ferrante ha risposto all’editore di Primocanale Maurizio Rossi, durante la trasmissione "Il Programma Politico", ribadendo la necessità di rivedere l’accordo siglato tra Comune, Regione, Autorità Portuale e Autostrade per l’Italia. “È un accordo, e come tutti gli accordi può essere rivisto. Se è stato possibile aumentare il costo del tunnel subportuale da 700 milioni a oltre un miliardo, allora può esserlo anche per destinare una piccola parte alla sicurezza dei nostri ponti”.
Assessore Ferrante ci dice come stanno le cose?
"Partiamo dall'inizio. Bisogna sapere che dopo il crollo del Morandi, esattamente come è successo col terremoto dell'Aquila, in Italia c'è l'obbligo, per tutte le città italiane di una certa rilevanza, di fare le ispezioni di quelli che noi chiamiamo ponti, impalcati e viadotti. Genova ha 620 infrastrutture di questo tipo, record nazionale. La norma del 2018 ha detto che entro il 30 giugno 2024 tutti i comuni italiani devono fare il censimento. Noi dobbiamo completare, invece, le ispezioni, che vanno fatte entro il 30 giugno 2026. Le ispezioni, a quel punto, ci diranno le classi di rischio che le nostre infrastrutture hanno. Tenete conto che è già successo, per esempio, due anni fa, con via Donaver, dove l'impalcato impedisce attualmente il passaggio dei mezzi pubblici. E' già avvenuto, per esempio, in altre situazioni, come il Ponte Blu nella zona di Martire del Turchino che porta al Cep. Potrebbe capitare con Corso Europa nella zona di Via Locchi, potrebbe capitare in via Donato Somma, potrebbe capitare nel nodo di Bolzaneto o potrebbe capitare con i due viadotti di Sturla, che sono di competenza comunale".
Cosa si rischia?
"Se le ispezioni ci daranno le possibili classi di attenzione, a quel punto l'amministrazione è costretta a intervenire. Il primo modo in cui si interviene è ridurre il carico di portata. A seguire, è chiaro che se non si interviene, a quel punto scatta in automatico la chiusura per incolumità pubblica".
Quanti soldi servono subito?
"Da oggi alla conclusione del 2026 abbiamo la necessità di avere circa 40 milioni di euro, che sono quelli che ci permetterebbero di sistemare le deficienze principali, non certo di risolvere tutti i problemi".
E come pensate di ottenerli?
"Quando siamo andati a giugno con la sindaca a parlare con il ministro Salvini dello Skymetro, gli abbiamo fatto proprio presente la necessità di rivedere quelli che sono gli accordi di ristori tra autostrade".
Ma a noi risulta che non sia possibile e che l'utilizzo delle risorse contemplate nella convenzione risulta vincolato alle finalità di gestione e potenziamento della rete autostradale...
"Non è impossibile perché in realtà è un accordo e come tutti gli accordi possono essere rivisti. Tra l'altro in questo accordo ci sono ancora delle partite con il plafond che non è stato esaurito. Per quanto riguarda tutto il progetto di mobilità logistica digitale, assolutamente c'è ancora un plafond di risorse che non sono state utilizzate e che al momento sono allocate. Noi non abbiamo chiesto di accedere a chissà quale cifra, noi abbiamo chiesto di accedere almeno a 40 milioni che è una cifra molto più piccola di quanto realmente servirebbe. Dobbiamo ricordarci che l'accordo di ristori è nato da una disgrazia, da un evento drammatico che non ha pari in Europa negli ultimi decenni, cioè quello del crollo di un viadotto, di un'infrastruttura. Che l'accordo di ristori alla città sia finito in tutto, tranne che nella manutenzione delle infrastrutture, tenendo conto che le nostre infrastrutture sono tutte contemporanee all'epoca del Morandi, hanno tutte più di 60 anni, sono state fatte negli anni 60: quindi è impensabile che una città come Genova al Comune possa reggere la manutenzione di infrastrutture che hanno più di 60 anni e che hanno il record di numero e di quantità nel Paese".
Il senatore Rossi nei giorni scorsi le ha scritto una lettera aperta dicendo sostanzialmente che tutti devono dare una mano a Genova...
"L'ho letta ovviamente e ha ragione quando dice che lo Stato deve aiutare i comuni che non hanno nelle casse questi denari. Noi abbiamo già a bilancio, per esempio, sulla Sopraelevata, un intervento di 1.700.000 per la fine del 2025, per il quale inizieranno i lavori nel primo semestre 2026, e a seguire un altro 1.400.000. Però al di là degli interventi negli assi principali come può essere la Sopraelevata, è chiaro che il Comune di Genova non ha le disponibilità economiche per intervenire su infrastrutture che hanno più di 60 anni. Ripeto, era un accordo di ristoro tra dei soggetti che possono tranquillamente rivedere. La nostra sindaca regolarmente ogni mese continua a scrivere al Ministro Salvini per ricordargli di farsi garante e arbitro in questa situazione. Bisogna tenere conto che se questi assi strategici si fermano non si arriva al porto di Genova, non si entra nelle autostrade cittadine, e soprattutto anche se viene realizzato il tunnel, non si accede al tunnel e non si esce dal tunnel".
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