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Attualità

Ci sarà anche una stazione dei carabinieri, diversi spazi verdi e di aggregazione: tante le novità
2 minuti e 53 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Le palazzine che stanno sorgendo nella nuova Begat

Cinque anni per ridare vita al quartiere Diamante, più conosciuto come "le dighe di Begato". Era l'aprile del 2021 quando furono abbattute, prima la bianca, terminata a giugno, poi la rossa, demolita a fine ottobre. Le dighe, che furono l'edificio residenziale di edilizia popolare voluto dall'architetto Pietro Gambacciani, sono state smantellate dopo tanti anni per lasciare spazio a un nuovo quartiere green.

Come saranno le nuove palazzine

Nel 2022 sono iniziati i lavori di costruzione delle nuove palazzine, che saranno molto più piccole e contenute. Tre palazzine in corso di realizzazione conterranno complessivamente 60 alloggi, 40 di edilizia residenziale pubblica e l'altra di edilizia residenziale sociale. Al piano terra e al primo piano sorgerà una sede della stazione dei carabinieri, ai piani superiori invece si troveranno gli alloggi personali in servizio. Nel frattempo sono stati recuperati 55 alloggi nella diga bianca di Begato, con un grosso intervento di rigenerazione urbana. "Saranno alloggi con alta efficienza energetica, otto sono dedicati ai nuclei con disabilità, mentre gli spazi fuori non erano abbandonati a se stessi" ha spiegato l'amministratore unico di Arte Genova Paolo Gallo.

Genova come modello da esportare

"Genova è andata controtendenza, è sorta la caserma dei carabinieri nel quartiere con lo scopo di dare più sicurezza agli abitanti di quella zona, più certezze per essere parte integrante della comunità - ha aggiunto l'assessore all'Edilizia e alle Politiche abitative Marco Scajola -. Sarà un quartiere con molto verde, bello nel dettaglio, sia per quanto riguarda la tecnologia che per quanto riguarda l'avanguardia delle tecniche edilizie. Sorgerà un quartiere che cambierà il volto di quella zona".

Come cambierà il quartiere di Begato

Sarà una Begato diversa, diminuirà il numero degli alloggi e degli abitanti, non ci sarà più quel sovraffollamento tipico dei quartieri popolari. Diversi residenti della zona torneranno a vivere nel quartieri, tanti altri si approcceranno per la prima volta. L'obiettivo è chiaro: riuscire a creare una nuovo forma di socialità basata sulla "pulizia", perché ordine chiama ordine e allontana il degrado, anche sociale. E per fare ciò si lavorerà con insistenza sullo sviluppo della piazza centrale. "La piazza è una piazza dove sono previsti spazi collettivi, aree verdi, aree sportive: nasce da un progetto condiviso tra tutti gli attori interessati comprese le persone del luogo - ribadisce il direttore dei lavori Stefano Sibilla -. Nei piani terra degli edifici si svilupperanno spazi per la socializzazione e per la collettività. Ci sarà attenzione alle piazze per la disabilità, totalmente accessibile, che riqualificherà il progetto".

Il tavolo Diamante

Nel 2018 si è sviluppato il tavolo Diamante che ha visto la partecipazione di più attori a partire dal 2021. "La cittadinanza è stata coinvolta, ha espresso il proprio desiderio di una nuova residenza, ogni nucleo ha espresso le proprie esigenze e necessità - ha sottolineato la presidente dell'ordine degli architetti Francesca Salvarani -. Ci hanno chiesto di dare identità al luogo e affezione ai posti, ci hanno chiesto di trovare spazi dove svolgere attività, come per esempio il gioco delle carte, delle bocce. Insomma, spazi belli da condividere con gli amici, teatro all'aperto e orti condivisi, che denotino socializzazione e vita comune". Dall'efficienza energetica alle coperture, passando per le facciate a cappotto: così con i soldi del Pnrr le nuove palazzine saranno all'insegna della modernità. Un filo conduttore per abbassare i consumi. E dall'altra parte una zona sempre più verde, che sarà nel solco della socialità. 

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