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Nel 2001 Maurizio Minghella tornò tragicamente a far parlare di sé. Il criminale genovese che nel 1978 aveva ucciso nel capoluogo ligure cinque donne, tra cui una ragazzina di 14 anni, e che per questo era stato condannato all'ergastolo, ottiene la semilibertà nel 1995 e dal carcere di Porto Azzurro viene trasferito alle 'Vallette' di Torino entrando nella comunità di recupero di don Ciotti dove lavora come falegname. Ma a Torino torna ad uccidere. Vittime sono altre cinque donne, tutte prostitute, assassinate tra il 1997 e il 2001. E proprio quell'anno le forze dell'ordine, dopo averlo arrestato per una rapina ai danni di un'ennesima prostituta, scoprendo che il suo dna era presente in tutte le scene dei crimini precedenti mettono insieme le tessere di questo drammatico puzzle che lo porteranno ad una nuova condanna all'ergastolo. Il servizio dell'Archivio storico si riferisce al suo arresto torinese.

Con un contributo regionale pari a 300mila euro, piazza Roma - a Porto Maurizio - si è fatta bella per gli imperiesi: nuovi giochi, restyling del verde e rifacimento della pavimentazione.

" E' una delle piazze più importanti della città - ha detto l'assessore regionale Marco Scajola - dopo aver finanziato il lavori per piazza Dante ed altri interventi importanti per la città, è arrivato il suo turno. Quando si lavora insieme si ottengono risultati"

"Purtroppo - ha aggiunto il sindaco Claudio Scajola - non posso utilizzare questi giochi perchè non sono più bambino...e non ho nipoti da poter portare ai giochi. Guardo i figli dei miei nipoti e mi rallegro vedendo che c'è gioventù". 

Alla riapertura erano presenti i bimbi delle scuole elementari della zona, alcuni turisti e numerosi imperiesi. E proprio gli imperiesi, per lo più portorini, hanno chiesto all'assessore Laura Gandolfo rassicurazioni sul mantenimento della piazza.

" In ogni progetto - precisa Laura Gandolfo assessore comunale - destiniamo una parte di fondi alle videocamere di sorveglianza quindi, oltre a tutte le telecamere piazzate in città, ogni progetto cantierato deve avere all'interno dei dispositivi"

GENOVA - È stata inaugurata la sopraelevata portuale che da oggi, mercoledì 5 aprile, riapre al transito dei mezzi dopo sette mesi di lavori di ammodernamento del tratto. Gli obiettivi raggiunti sono quelli di avere una struttura completamente ristrutturata, più moderna e sicura. "La nuova sopraelevata portuale fa parte dei quell’ambizioso progetto che è partito dopo la tragedia del Ponte Morandi. Oggi sta cambiano l’operatività del porto di Genova e si aggiunge agli investimenti che si sono susseguiti con il Pnrr, la Diga, il progetto di banchina unica a Sampierdarena - commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Questa è una strada che già nel 2018 ha salvato una città che rischiava di essere paralizzata dal traffico e la capacità portuale, oggi consolidata con il nuovo ponte del Papa che consentirà un nuovo accesso alle aree portuali. E finalmente si sta concretizzando quel progetto di cui si parlava da molti anni che vuole separare il traffico pesante del porto, dal traffico ordinario della città. Uno straordinario vantaggio per l’operatività del nostro porto ma anche un vantaggio per i cittadini".

"Mi hanno appena detto che sono state firmate le risposte". Così il sindaco di Genova Marco Bucci, a margine della cerimonia per l'inaugurazione della riapertura della sopraelevata portuale, rivela che sono arrivati le risposte, con i chiarimenti tecnici e le integrazioni di documenti chieste dagli uffici tecnici della Regione alla società Superba sul progetto di trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia. Oggi scadevano i 15 giorni concessi per consegnarli, pena l'archiviazione del progetto. I tempi? "Restano quelli già definiti, perché era già prevista una Via (valutazione di impatto ambientale, ndr) nazionale, a Roma sono già allertati - dice Bucci -. Il via definitivo all'opera penso potrebbe arrivare per iniziare a lavorare a fine anno". 

GENOVA - Si è materializzato intorno alle 18, come da programma, l'incontro tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e una delegazione di imprenditori edili che quest'oggi hanno protestato tra le vie della città. La richiesta di un confronto è nata dopo le parole di Toti che ha "bacchettato" la scelta di bloccare la città, nonostante le difficoltà che il mancato sblocco dei crediti incagliati sta causando. Successivamente non si è fatta attendere la risposta degli edili, con un botta e risposta a distanza che ha portato all'appuntamento di questo pomeriggio.

"L'incontro con il presidente Toti è andato bene, abbiamo espresso le nostre problematiche, ci siamo stupiti del suo messaggio di critica, sappiamo di aver creato danni ma abbiamo rispiegato le motivazioni e chiesto aiuto al presidente - spiega una delegazione di imprenditori edili -. Le imprese stanno fallendo e il problema esiste. Toti è un gentiluomo, condivide i nostri problemi e i nostri percorsi suggeriti ma abbiamo capito che le istituzioni, Regione e Comune, non sono i nostri interlocutori, perché i nostri interlocutori sono a Roma".

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"Ringraziamo il presidente - commenta a Primocanale Nico Messina -, abbiamo spiegato le nostre motivazione e lui ci ha spiegato il suo punto di vista. È stato un dialogo positivo e Toti chi ha rassicurato prendendo la nostra situazione e comunicando a chi di dovere di sbloccare una situazione oramai drammatica. Adesso contiamo di trascorrere una Pasqua tranquilla,  dopodiché ci riuniremo con il direttivo per capire cosa fare. Diciamo grazie ai genovesi, siamo stati invasivi ma strapacifici, le ambulanze sono passate e non abbiamo creato tensione. Grazie ai genovesi, ma se saremo costretti a riscendere in piazza, conoscerete già i motivi della nostra protesta".

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"Siamo pronti ad aprire un tavolo di lavoro con le categorie degli edili per valutare le eventuali misure di carattere regionale per venire incontro alle esigenze delle imprese - spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Condividerò le proposte che ci verranno consegnate nelle prossime ore anche con i governatori delle altre Regioni e con il Governo stesso ben comprendendo il momento difficile che vivono le aziende e allo stesso tempo la difficoltà dell’esecutivo di mantenere un equilibrio nei conti dello Stato. Pur comprendendo anche l’esasperazione di chi vede a rischio la propria attività o il proprio posto di lavoro ho ribadito inaccettabili forme di protesta che penalizzano cittadini, famiglie e imprese genovesi, invitando i manifestanti di oggi a scegliere forme di protesta maggiormente rispettose della vita altrui e ribadendo loro che le porte della Regione e delle istituzioni cittadine più in generale saranno sempre aperte per un confronto costruttivo se non si ripeteranno nuove proteste come quella di oggi".

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Sul tema è intervenuto anche il sindaco Marco Bucci. "Le proteste devono esserci, bisogna farle, ma non devono avere un effetto negativo sui cittadini. Comunque capisco i motivi, ne abbiamo parlato con loro molto volte, sono venuti in ufficio da me sia l'Ance che i rappresentanti degli edili. C'è un problema grosso e dobbiamo cercare di aiutarli, perché hanno ragione: essere ricchi sulla carta ma in realtà dover chiudere le aziende è un problema enorme. Che ovviamente qualcuno dovrà risolvere. Bloccando una città si creano problemi ulteriori alle persone - ha proseguito Bucci - bisogna trovare il modo di manifestare senza pesare su tutti i cittadini, altrimenti si creano due problemi anziché uno. Sta di fatto però che il problema sollevato dagli edili c'è e dobbiamo risolverlo".

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Anche il 21 giugno 2001, a Genova durante il G8, fu giornata di scontri alimentati da poche decine di violenti mischiati alle migliaia di cittadini e gente comune che manifestavano pacificamente. L'epicentro di una vera e propria battaglia urbana in questo caso fu corso Italia. Rivediamo alcune drammatiche immagini di quei momenti vissuti in diretta su Primocanale