Il Genoa che sta giocando è quello di Preziosi. Non poteva essere altrimenti per una campagna acquisti chiusa con qualche botto che faceva ben sperare, ma che presto ha mostrato che il re è nudo. Poi è arrivato il passaggio di proprietà, il closing non c’è ancora ma è questione di giorni o al massimo di settimane, che inevitabilmente ha portato un po’ di sconquasso anche se tutti gli incarichi sono rimasti a chi faceva parte della società, compreso Taldo. E il dottor Zangrillo, grande tifoso rossoblu da tempo, corre da presidente e come è noto e molto legato a Preziosi. A questo punto agli americani non resta che metterci il grano e i tifosi attendono un colpo, nel senso che si facciano sentire. Ci vuole pazienza. Poi a gennaio i colpi dovranno essere forti per dare una svolta al Grifone che come sempre di questi tempi si trova in zona retrocessione con qualsiasi allenatore.
In questa gestazione, il popolo è nervoso ed ecco i “No Balla” scatenati. In fondo l’allenatore è l’unico parafulmine presente, c’è di fatto ancora un vuoto di potere, così il mister è finito da tempo nel mirino della critica. Per la verità i 6 punti conquistati devono mettere in allarme anche l’allenatore romagnolo, ma di qui a farne una sagoma da poligono di tiro e’ eccessivo. Col Sassuolo è andato in onda l’ennesimo match batticuore con rimonta finale. Un pari che alla vigilia sarebbe stato accettato da chi ha un po’ di sale in zucca nella testa perché tra il Sassuolo e questo Genoa ci sono due gol di differenza. Ma Dionisi ha perso il confronto,fino a tenersi con le barricate il 2-2, con il Balla che pure all’inizio ha fatto casino con tattica e scelte discutibili. I rossoblu però sono in piena emergenza difensiva e non è che il convento passi sta meraviglia. In panca c’è Masiello mica Bonucci. Eppure basta un gol di Vasquez allo scadere per fare il processo a Ballardini reo di non aver fatto giocare mai il messicano. Un livore eccessivo forse drogato dal fatto che Preziosi aveva presentato questa squadra come la migliore degli ultimi sette anni. Non c’è riscontro fino a quando non arriverà un altro mister. Così quella di Torino sarà un’altra partita verità ma di sicuro anche col Sassuolo il Genoa ha dimostrato di essere unito e che lo spogliatoio non vuole fare la festa a mister rimonta. Sirigu, Destro, Criscito tra i migliori di un match duro e palpitante. Il testo è buona volontà. Ora la resa dei conti e poi si vedrà, in fondo lo stesso copione di sempre: non sarebbe il Genoa.
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Il Genoa, Preziosi e i “No Balla”: travaglio rossoblu in attesa che gli americani battano un colpo
Incertezze per il passaggio di proprietà in vista della trasferta di Torino
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