cronaca

L'appello: "Sbloccare Bonus rottamazione, aggiornare Road Map e garantire certezze a tutta la filiera"
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L'Italia si avvicina al passaggio al nuovo digitale terrestre. Entro il 2022, ci sarà infatti il passaggio definitivo dalla tecnologia DVB-T alla nuova DVB-T2Una modifica resa conseguente all’avvento del 5g che rende di fatto necessaria una nuova organizzazione delle porzioni di frequenza della rete tv. Un passaggio che sarà graduale per le diverse zone del Paese. Per ora il programma prevede che a partire dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022 il passaggio riguarderà anche la Liguria, oltre che Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna. Ma i primi partire saranno le regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e Bolzano il cui passaggio al nuovo digitale avverrà tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021. Molti televisori non saranno più in grado di ricevere il nuovo segnale televisivo. Cambierà dunque lo standard delle trasmissioni tv e solo gli apparechi compatibili continueranno a funzionare.

Ma da parte di chi opera nel settore è forte la preoccupazione.  Confindustria Radio Televisioni 
lancia l'allarme per il ritardo con cui il Paese sta affrontando la questione. In un comunicato sono espressi i punti centrali che l'Italia è chiamata ad affrontare prima dell'avvio del passaggio: il primo riguarda il bonus rottamazione, il secondo la necessità di aggiornare la Road Map e la terza di garantire la certezze a tutta la filiera. Di seguito il comunicato di Confindustria Radio Televisioni:

"Non è più pensabile che dopo oltre 6 mesi dalla norma di legge
, non sia ancora stato pubblicato il decreto per incentivare la rottamazione dei vecchi apparecchi TV e che non si sia ancora stato modificato l’attuale decreto di Road Map, superato nei fatti e non certamente per responsabilità delle imprese bensì per i ritardi dell’amministrazione.

Tutta la filiera produttiva ha espresso le proprie preoccupazioni su un ritardo che mette in crisi gli spettatori che rischiano di non poter vedere più la televisione gratuita, le imprese televisive che non riusciranno più a fornire un servizio di interesse generale con un danno irreversibile per il comparto e i produttori e importatori di televisori e decoder che si sono già impegnati economicamente per far arrivare i prodotti ai punti vendita.

Per garantire il rilascio della banda 700 nei termini di legge, questa transizione molto complessa richiede un percorso ordinato e flessibile con la massima collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dalle istituzioni che hanno l’obbligo di creare le condizioni per una transizione governata".