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L'evento "Scuola Arte Cultura" promosso dall'Ilsrec in diretta tv, streaming e nelle classi liguri
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Un grande evento quello promosso dall'Istituto ligure per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea Raimondo Ricci al Teatro Nazionale di Genova che, per la Festa della Repubblica, ha voluto mettere al centro i giovani, la loro formazione e il patrimonio culturale. "Scuola Arte Cultura" è stato un dialogo tra gli studenti liguri, presenti in sala o che hanno seguito l'evento grazie alla diretta tv e alla diretta streaming su Primocanale in classe, e il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi.  

"Certo che la Dad non è scuola, ma l'alternativa era l'assenza non la presenza, il vuoto totale. Grazie a voi e ai vostri insegnanti non c'è stata assenza. Il 25 aprile è la Festa della Liberazione, della libertà conquistata, non quella donata, è un risultato faticoso, doloroso, vero. La libertà è partecipazione e partecipazione è anche battaglia per la libertà. Ognuno di noi ha partecipato ad una battaglia per la libertà in questi giorni. Ognuno di noi può ricordare la faccia di un parente o un amico che non c'è più a causa del Covid. Non è vero che è andato tutto bene. E capisco i ragazzi che mi chiedono "Chi mi ridà i miei 16 anni?" e io ribatto "Che cosa dicono le persone a cui nessuno ridà il futuro dei suoi sessant'anni, dei suoi ottant'anni". Poi c'è il 1 maggio che celebra il lavoro e infine il 2 giugno, la Festa della Repubblica, una Repubblica non facile da costruire. La parola 'vecchio' oggi è considerata un'offesa, per fortuna ci sono i vecchi, ascoltateli, cercateli: la mia speranza è che dopo la pandemia giovani e vecchi tornino a parlare insieme", ha esordito così il ministro dopo aver ascoltato le testimonianze dei ragazzi, le lettere e i dialoghi portati in scenda dai giovani allievi della scuola di recitazione Mariangela Melato. 

"L'articolo 2 della Costituzione dice che la Repubblica riconosce i diritti della persona, ma i diritti inviolabili della persona devono essere coniugati con il dovere inderogabile della solidarietà. Chi è grande e responsabile il diritto più grande è il dovere della solidarietà nei confronti dell'altro. Non c'è libertà senza uguaglianza. Ho sentito le vostre parole. Nessuno è stato grande in questa pandemia, siamo stati tutti fragili, mi ha colpito che una generazione che spesso viene presentata come annegata nei social, abbia riscoperto la bellezza del rapporto fisico, delle relazioni e della bellezza del poter scrivere. Che bella l'elegia della carta! La pandemia ci ha insegnato che la scuola non è dovuta, che può esistere anche un mondo senza abbracci.Questa tragedia deve servire a ritrovare la scuola. "No Dad" dicono i ragazzi, ma questo inverno abbiamo fatto così tante innovazioni e imparato a usare strumenti che oggi ci sembrano ovvi. Abbiamo imparato che uno strumento con cui possiamo esprimerci è il telefonino, in una continua connessione continua con gli altri. Io andavo a scuola perché quando non sapevo una parola la domandavo al mio maestro, adesso siamo annegati nell'informazione: basta un clic per cercare una notizia. La scuola serve a scoprire chi è smart tra il cellulare e la persona".

Parole importanti, non scontate quelle rivolte ai giovani delle classi presenti in platea. Dalla scuola media Bertani al liceo Fermi, dall'istituto Montale al Pertini, anche le parole scritte dagli studenti sono state molto profonde. "Il Covid ha fatto capire come fosse bello stare in classe, consegnare i compiti di persona su un foglio di carta e non un allegato, sogno una scuola più umana, più cartacea, fatta di relazioni e abbracci" ha scritto Giada Piccoli del Liceo Montale. E l'importanza di vivere ogni momento con le persone a cui si vuole bene. Pianti e paure, compleanni passati in quarantena, sentimenti negativi ma anche la capacità di adattamento e di unirsi per superare un momento difficile insieme. C'è voglia di ripartire, di recuperare il tempo perduto, di recuperare la normalità. E uno sguardo va anche al domani, all'inizio del percorso universitario con la speranza che sia di nuovo in presenza, con uno zaino pieno di libri e un caffè al bar prima di entrare in aula. 

E il futuro deve proprio ripartire dai giovani. Il ministro alla stampa ha assicurato fondi, la volontà di ripartire in presenza e l'abolizione delle classi pollaio (VEDI QUI). A dare il via all'evento due giovani del Liceo Sandro Pertini, che dopo aver ricordato l'illustre figura che dà il nome alla loro scuola, hanno posto al ministro Bianchi alcuni interrogativi: "I giovani di oggi sono davvero così disinteressati alla politica? Perché?". Ai ragazzi della Scuola di Recitazione Mariangela Melato è stata affidata la narrazione delle tappe dalla Liberazione che vide Genova protagonista alla nascita della Repubblica italiana, accompagnata dal video realizzato dall'Ilsrec. E i discorsi sono stati intervallati dalla musica di Beppe Gambetta.

Un'idea vincente quella dell'Ilsrec: "Le ultime settimane e mesi sono stati cupi e difficili, hanno fatto crollare l'idea di onnipotenza dell'uomo moderno: nessuno può vincere da solo né la pandemia né le sfide planetarie del presente. Abbiamo scoperto nuovamente l'importanza della solidarietà, valore alla base della Repubblica. Da questo luogo simbolo della cultura della città vogliamo dare un messaggio di fiducia nel futuro, proprio come fatto l'anno scorso dove da questo stesso teatro realizzammo un evento in omaggio alle madri e ai padri costituenti e a coloro che in prima linea durante il lockdown si sono spesi nonostante il Covid", ha ricordato Giacomo Ronzitti, presidente dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'età Contemporanea Raimondo Ricci.

"Pensiamo che sia importante presentare una nuova agenda di priorità per il nuovo anno
: scuola, istruzione e sapere sono gli strumenti per investire sui giovani che dovranno diventare i protagonisti. Ministro, lei ha detto nei giorni scorsi che i nostri figli incontrano per la prima volta lo Stato con i maestri all'asilo e che bisogna cucire il paese nuovamente con il filo della cultura. Oggi ancora più decisivo ricordare il passato per un nuovo inizio, in cui i giovani siano attori e non spettatori. Il presidente Mattarella ha parlato della Repubblica come un cantiere aperto sul futuro. Per l'Europa del domani anche i progetti Erasmus devono diventare uno strumento per farci sentire ancora più parte dell'Unione europea. Un grazie di cuore a tutte le autorità, ai ragazzi presenti, al personale del teatro e a Primocanale che ha reso possibile agli studenti di seguirci oggi in diretta" ha concluso Ronzitti.