porti e logistica

Terzo incontro a Palazzo San Giorgio
6 minuti e 27 secondi di lettura
La diga foranea di Genova, il progetto, le fasi e le strade alternative al centro del terzo dibattito pubblico che si tiene nella sede all'Autorità portuale di Genova.

Durante l'incontro vengono affrontate le fasi della progettazione, le caratteristiche tecniche e funzionali delle alternative progettuali, le protezione dei terminali dal moto ondoso, i test di navigazione e simulazioni di manovra e ancora e manovre portuali e le alternative di progetto. 

Diversi i protagonisti istituzionali e di settore che partecipano all'incontro pubblco, il sindaco di Genova Marco Bucci; Marco Vaccari, Dirigente Direzione Tecnica AdSP e RUP della nuova diga foranea del porto di Genova; Antonio Lizzadro, Project Manager di Technital SpA e Responsabile della progettazione; Paolo De Girolamo, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale, Università di Roma “La Sapienza”; Roberta Riva, HR Wallingford; il comandante Alberto Battaglini, Capitaneria di Porto di Genova. Modera Andrea Pillon.

Dopo l'introduzione del coordinatore, Andrea Pillon, prende la parola il Sindaco di Genova Marco Bucci.

Marco Bucci: "Per quelli che vanno per mare questo dibattito, incentrato sulle diverse alternative progettuali, è molto importante. Invito tutti i partecipanti a parlare chiaro ed esprimere la loro opinione, avendo in mente il futuro di lungo periodo della città: dobbiamo pensare al porto dei nostri figli, di cui oggi non conosciamo ancora i contorni. Ciò che vogliamo è che Genova continui ad essere la porta d'Europa per il mediterraneo: per le merci, le persone, la cultura e i dati telematici. Del futuro non abbiamo business plan, progetti, tecnologie: ma nel futuro dobbiamo avere fiducia, fissando obiettivi sfidanti immaginando la direzione che vogliamo prendere". 

Marco Vaccari: "La diga si colloca nel programma straordinario previsto dalla legge 130 sugli investimenti in porto: per ogni progetto abbiamo previsto delle linee metodolgiche che ci permettono di seguire al meglio le operazioni, linee che si applicano a tutte le opere contemporaneamente. La diga porta con sé altre opere: le banchine, i dragaggi e la torre piloti. Il nostro scopo è ridurre le tempistiche, mettendo assieme tutte le diverse aree di conoscenza.
Nel dettaglio, i lavori nel porto passeggeri serviranno a rendere possibile l'ingresso delle grandi navi da crociera, a Sampierdarena per rendere possibile l'accesso delle mega porta container. I dragaggi, in particolare, saranno articolati secondo due step successivi.
Sul piano amministrativo utilizzeremo come faro il codice degli appalti, grazie al decreto semplificazioni potremo andare a gara sulla base del progetto di fattibilità tecnico economica. 
Il progetto di fattibilità della diga è diviso in due fasi, tra cui questo importante dibattito pubblico.
Le tre soluzioni che presentiamo oggi arrivano dopo una lunga serie di studi che hanno identificato le condizioni migliori per il porto: tutte le ipotesi hanno superato l'analisi costi benefici.
Dopo il dibattito pubblico sarà identificata la migliore soluzione e verrà portata avanti la progettazione vera e propria: il progetto subirà un iter approvativo, la progettazione sarà eventualmente rimodulata sulla base delle considerazioni che dovessero arrivare. 
I lavori saranno assegnati con la formula dell'appalto integrato.
Sul piano della cantierizzazione cercheremo di massimizzare l'apporto dei materiali via mare, faremo valutazioni del tipo meteo marino e le fase costruttive sono state studiate per minimizzare interferenze e materiali di risulta che, in gran parte, saranno riutillizzati". 

Antonio Lizzadro: "La nuova diga rappresenta un'occasione di sicurezza e sviluppo del porto di Genova, soprattutto in relazione alle cosiddette grandi navi che potranno entrare nel canale di Sampierdarena. L'intervento è previsto in due fasi funzionali: la prima in zona levante, migliorando l'operatività di tutti i terminal, una seconda fase, previo ok di Enac, uno sviluppo a ponente.
I criteri funzionali fissati per identificare le soluzioni sono tre: l'accesso in sicurezza delle navi, la protezione dal moto ondoso, il rispetto dei vincoli aeroportuali.
Per i limiti aeroportuali: nella prima fase le grandi navi non andranno a forare la superficie di decollo e atterraggio del Colombo; nella seconda fase dovremo concertare con le autorità delle modifiche ai vincoli aeroportuali.
Le tre alternative:
- la 2 prevede nuovo accesso per le navi commerciali a levante, mantiene l'accesso al porto Antico dall'imboccatura esistente. Sono previsti un nuovo avamporto, un canale con spazi adeguati e un nuovo canale interno di 400 metri.
- la 3 somiglia alla 2: accesso a levante ma, a differenza della soluzione precedente, è previsto un varco all'altezza di calata Bettolo per accedere al porto Antico. Le dimensioni delle due soluzioni sono del tutto analoghe.
- la 4 prevede nuovo accesso da ponente: questa ha la peculiarità del varco vicino a calata Bettolo per consentire alle navi da crociera l'accesso della nuova imboccatura. 
I criteri di operatività sono rispettati in tutte e tre le soluzioni: va evidenziato che le soluzioni con accesso da levante consentono maggiore flessibilità in caso di condizioni meteo marine sfavorevoli, grazie agli spazi più ampi di accesso al porto. Va aggiunto che l'imbarco del pilota, fatto oggi a levante, verrebbe mantenuto senza costi aggiuntivi.
Le soluzioni 3 e 4 hanno caratteristiche favorevoli per la cantieristica nautica".

Paolo De Girolamo: "L'obiettivo delle mie analisi è legato alla protezione dal moto ondoso per l'operatività dei terminal, che dipende dal movimento delle navi e poi la sicurezza delle navi anche quando sono all'ormeggio e non possono scaricare e caricare, in caso di mareggiate estreme.
Il moto ondoso nel golfo di Genova viene generato da tre condizioni: due con libeccio e uno di scirocco. Negli studi abbiamo catalogato il moto ondoso e le sue caratteristiche in modo molto accurato, acquisendo tutti gli studi pregressi, le misure eseguite nei porti attigui (esempio La Spezia), il lavoro di Arpal, contribuendo a verificare al meglio le condizioni di riferimento, anche di eventi estremi.
Le tre diverse soluzioni sono state messe a confronto: sono tutte caratterizzate dagli stessi spazi di manovra ma differiscono per alcune differenze in relazione alle diverse ipotesi di accesso al porto.
Le soluzioni due e tre, per il moto ondoso, hanno mostrato un'eccessiva penetrazione del moto ondoso e, per questo, sono state modificate prevedendo un allungamento della diga con un extra costo stimato in circa 200 milioni.
I risultati in termini di operatività per le banchine dicono che le nuove soluzioni soddifazione i requisiti di sicurezza richiesti dai tecnici del porto di Genova".

Roberta Riva ha poi presentato i test di simulazione virtuale che sono stati realizzati per verifcare le condizioni di sicurezza delle navi in accesso al porto nelle tre diverse soluzioni costruttive. "Tutte e tre le soluzioni si sono dimostrate sicure, i servizi tecnico nautici della Capitaneria hanno però espresso una preferenza per la soluzione 3". 

Alberto Battaglini: "Dalle attività di simulazione effettuate, su navi di grandi dimensioni (400 metri per oltre 61 metri con 16 metri di pescaggio), riteniamo che tutte le soluzioni rispettano le corrette distanze di manovra, però emergono diverse considerazioni a seconda dei diversi lay out.
Le soluzioni due e tre offrono coefficienti di sicurezza maggiori in entrata e uscita dal porto, poiché la diga foranea risulta più lunga di 400 metri: in caso di condizioni meteo marine sfavorevoli questa condizione rappresenta una garanzia in più. Inoltre le soluzioni con accesso da levante consentono di mantenere operativa l'attuale stazione piloti, con tempistiche di intervento che ci sono già note. Anche le operazioni di imbarco del pilota sono più agevoli con l'ingresso da levante.
I due lay out da levante, inoltre, prevedono due accessi separati (porto Antico e Sech da un lato e gli altri terminal dall'altro): in questo modo possiamo raddoppiare i volumi di traffico per unità di tempo. 
Delle due soluzioni di levante, grazie al varco previsto all'altezza di calata Bettolo, comunichiamo la nostra preferenza per il lay out 3"