salute e medicina

Programmazione regionale "influenzata in modo negativo dall'ipotesi del virus morto"
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“Se si fossero ascoltati di più i medici di pronto soccorso, quelli che sono in frontiera, saremmo stati in grado prima e adesso di dare delle risposte più tempestive”. La denuncia arriva da Paolo Cremonesi direttore del pronto soccorso del Galliera di Genova. Da circa 10 giorni il numero dei pazienti è in costante aumento e i pronto soccorso vivono una situazione di grande affollamento e di criticità.

Cremonesi è in prima linea contro il Covid dai primi giorni dell’inizio della pandemia e il suo pronto soccorso è stato uno dei primi dove si sono verificate delle criticità essendo il Galliera l’ospedale del centro e quindi anche del primo cluster cittadino quello del centro storico. Lo sguardo di Cremonesi è stanco, ogni giorno guarda negli occhi decine di pazienti a cui sa che vorrebbe dare di più ma non può.

“Noi ad Alisa abbiamo segnalato da tempo che il trend del sovraffollamento dei pronti soccorsi stava aumentando, noi che siamo medici di pronto soccorso siamo abituati che se c'è un problema lo dobbiamo risolvere subito, mi rendo conto che gli apparati burocratico-amministrativi non hanno la stessa velocità di capire e agire come noi in pronto soccorso”, sottolinea Cremonesi. Qualcosa non ha funzionato nella programmazione estiva e senza voler polemizzare il direttore identifica una motivazione per precisa: “Quest'estate purtroppo certa stampa è andata molto dietro all'ipotesi milanese del ‘virus è morto’, ‘il virus ha perso potenza’ e questa ondata di informazioni milanesi probabilmente ha influenzato in modo negativo la nostra programmazione regionale”.

Quali sono le cose da fare secondo Cremonesi? “Bisogna creare subito, e so che la Regione ci sta lavorando, delle strutture esterne per scaricare gli ospedali per fare le quarantene o per le patologie meno gravi, poi ci vogliono più risorse per i pronto soccorso e come si è visto in questi giorni alcuni ospedali devono essere riconvertiti a ospedale covid, facendo questo e continuando a migliorare la mappatura, le misure di isolamento che si stanno prendendo tutto assieme renderà sicuramente migliore l'offerta dei nostri servizi sanitari e soprattutto decongestioneremo il pronto soccorso”.


La situazione nei pronto soccorso genovesi intanto è critica dall’inizio di questa settimana con un numero di accessi in aumento e molte ore di attesa: “C’è un grande affollamento il trend di crescita è di 5 settimane ma l'aumento notevole è stato negli ultimi 7-10 giorni. Abbiamo il problema poi del ricovero perché stanno arrivando patologie di media gravità cioè le broncopolmoniti che ormai sono la patologia più frequente in questo periodo, gli scompensi cardiaci a seguito del covid, problematiche per i pazienti che hanno malattie metaboliche tipo il diabete o insufficienza renale e la sofferenza è molta ma bisogna continuare a lavorare tutti insieme proprio per dare ai cittadini risposte rapide ed efficaci”, conclude Cremonesi.