
I problemi citati dai residenti sono diversi e si parte da quelli legati al dissesto idrogeologico: “tutte le volte che vieni un po' d'acqua giù si allaga tutto – spiega Rago – e l’acqua arriva fino alla cintola e questo è il primo problema, il secondo di conseguenza è che nessuno ci pulisce mai infatti l’erba primaverile è cresciuta sulla terra e il fango rimasti ancora della vecchia alluvione. Anche i marciapiedi sono disastrati a causa del passaggio dei mezzi per la demolizione e poi per la ricostruzione, sono già piccoli e ora sono insicuri”.
Ora che l’inaugurazione del nuovo ponte prevista per fine luglio si sta avvicinando la preoccupazione di chi ha visto dalla propria casa il crollo, la demolizione e poi la ricostruzione è quella di essere esclusi dalla riqualificazione che il progetto sottoponte dovrebbe portare a quella zona.
“Nei vari discorsi che sentiamo di via Campi non si parla mai, non vogliamo che questa via rimanga una zona di confine e dimenticata – sottolinea Rago – anche durante la demolizione e ricostruzione le vie intorno venivano maggiormente controllate e pulite, noi qui siamo sempre stati nella polvere e anche buttare la spazzatura era un problema”.
Rago sottolinea poi come questa piccola e stretta via sia stata un’arteria fondamentale di collegamento nei primi mesi dopo il crollo del Morandi, una strada “che ha dato il suo contributo”.
IL COMMENTO
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