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In occasione della giornata contro la violenza sulle donne
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 In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne l’Uisp ha messo in rete il video “Capitane Coraggiose”, un documentario, con la regia di Francesca Spanò, che mette in fila voci ed esperienze che dai primi anni ’50 alla metà degli anni ’80 raccontano la loro battaglia di dignità e di rispetto all’interno del mondo sportivo e dell’Uisp.


Parlano alcune donne che hanno lottato per i loro diritti attraverso l’impegno per l’accesso ad una pratica sportiva senza discriminazioni. Anche il fatto stesso di uscire di casa per praticare atletica o ginnastica, raccontano, oppure la scelta di fare l’arbitra di calcio, hanno rappresentato tappe di emancipazione e di affrancamento in un Paese tradizionalmente maschilista come il nostro.

Sette protagoniste danno vita ad un racconto unico, uno spaccato di storia ed una lezione di educazione, rivolta in particolare a donne e ragazze, affinché dignità e libertà siano diritti di tutti e di tutte da difendere sempre. Le dirigenti Uisp intervistate nel documentario attraversano la storia dell'Italia e dell'Uisp nell'arco di quarant'anni, sono Franca Caianiclasse, Gigliola Venturini che negli anni '80 fu protagonista della scrittura della Carta dei diritti delle donne dello sport. In mezzo le storie di Maria Grazia Pinna, la prima arbitra di calcio italiana negli anni '70, di Luigia Introini, Teresa Vitale, Ansalda Siroli e Margherita Biagini.


“In occasione del settantesimo Uisp, nel 2018, abbiamo deciso di raccontare l’esperienza di donne che, nell’ambito dello sport e dell’Uisp in particolare, avevano fatto scelte coraggiose e di dare voce alla loro storia – dice Manuela Claysset, responsabile nazionale politiche di genere e diritti Uisp – Oggi come allora i cambiamenti li realizzano persone che fanno scelte importanti, anche in ambito sportivo. Ed oggi c’è ancora bisogno di molto impegno e lavoro”. Da questo documentario, visibile sul sito uisp.it, emerge infatti quanto sia ancora un tema molto attuale: i diritti delle donne hanno più visibilità ma c’è ancora tanta strada da fare.