Giornata importante, cruciale, probabilmente decisiva quella di oggi giovedì 4 luglio per il futuro della Sampdoria. A Londra si ritrovano Massimo Ferrero, Gianluca Vialli e i finanziatori del suo gruppo (Jamie Dinan, Alex Knaster, Fausto Zanetton) o i loro rappresentanti. Sul tavolo, il passaggio di proprietà della società blucerchiata.
Che è davvero ad un passo dal cambiare azionista di maggioranza, anche se l'ultima parola spetterà legittimamente all'attuale presidente, che ieri è tornato a manifestare il suo forte interesse per l'acquisizione del Palermo dopo cinque anni di gestione della Sampdoria, resa appetibile, oltre che dagli "investimenti" iniziali di Edoardo Garrone, dall'efficace politica di mercato portata avanti dallo stesso Ferrero. Che adesso, al netto delle vicende giudiziarie da chiarire nelle sedi preposte, potrebbe davvero uscire a testa alta.
A sbloccare di nuovo la trattativa - dopo la ritirata strategica del Gruppo Vialli lo scorso 11 giugno, in cui CalcioInvest LLC si era chiamata ufficialmente fuori dall'operazione attraverso un comunicato - sarebbe stato Edoardo Garrone, che proprio quella sera a Gradinata Sud, in onda su Primocanale, dopo l'incontro con i Vecchi Ultras guidati da Claudio Bosostin - aveva rivelato come Vialli un paio di anni addietro avesse manifestato a lui il desiderio di diventare presidente della Sampdoria: "Trova i finanziatori e provaci, Luca", gli aveva risposto Garrone. Detto e fatto.
Per completare quel disegno, però, all'appello mancava ancora uno sforzo finanziario. CalcioInvest LLC aveva messo sul piatto di Ferrero 45 milioni più una ventina di bonus. Un'offerta, tra i 65 e i 70 milioni di euro complessivi, ritenutiancora non all'altezza delle aspettative da Ferrero. Che ha atteso un rilancio. Puntualmente avvenuto nelle ultime settimane, in cui nel frattempo l'attuale presidente della Sampdoria ha dovuto anche fare i conti con la "crisi" di Eleven Finance srl (la sua società immobiliare e cinematografica) e una parte del sistema bancario. Per sanare la situazione avrebbe dovuto vendere il suo patrimonio immobiliare (i cinema) oppure la Sampdoria. E la scelta finale, grazie anche all'innalzamento dell'offerta (sembra di una cifra tra i dieci e i venti milioni) dei potenziali acquirenti sarebbe ricaduta sulla cessione della Sampdoria.
Ad anticipare la possibile "luce in fondo al tunnel, basta che non sia un altro treno", è stato ancora una volta un tweet dell'ex presidente, Enrico Mantovani, che due giorni fa tra l'altro era curiosamente nella sede della Sampdoria a Corte Lambruschini, forse invitato dallo stesso Ferrero in previsione del closing con il gruppo Vialli. I due, malgrado i rapporti non idilliaci, si sono parlati a lungo e nella chiacchierata avrebbero anche condiviso le comuni esperienze alla guida di un club prestigioso come quello blucerchiato, con alti e bassi per l'uno e per l'altro.
Sia pure in ruoli e contesti diversi, entrambi gli ex presidenti, Mantovani e Garrone, tutti e due legatissimi a Vialli, hanno avuto un ruolo importante in questa vicenda e non è escluso che possano fare parte del Consiglio di amministrazione della futura Sampdoria. Sempre che l'operazione questo giovedì a Londra si concluda e lunedì, oltre a Di Francesco, possa essere annunciato anche il cambio di proprietà. Di certo questa volta non ci saranno appelli: è una prova ed una giornata da dentro o fuori.
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Sampdoria, vertice decisivo a Londra: Ferrero incontra Vialli per il closing
A sbloccare la trattativa sarebbe stato l'intervento finanziario dell'ex presidente Garrone
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