L’allenatore del Genoa professore per un giorno in un incontro organizzato dall’Ussi nell’ambito dei crediti formativi della categoria giornalistica. Il rispetto e il dialogo con i giocatori, i metodi di allenamento, l’importanza delle poche parole che si possono dire durante l’intervallo e poi il feeling con la piazza rossoblu’: “Mi piace stare qui perché i liguri sono un po’ come me un romagnolo orso, chiuso ma alla fine siamo piu’ compagnoni noi di altri. Qui mi sento a casa”. A Ballardini fanno notare che sorride poco e con molta ironia lui replica così: “Cavolo, arrivo che siamo penultimi, 6 punti in dodici partite e che faccio rido? Mi prendono per deficiente. Fcciamo ancora qualche punto poi vi accontentero’”. Stavolta ridono tutti, pure lui. Cento giorni al Genoa ha molte cose da dire, ma intanto frena: “calma, ne devono passare altri cento o no?”. E alla stampa cosa chiede?: “Preferisco la lealtà alla fedeltà con i giornalisti. Criticatemi pure se è giusto, è piu’ onesto che essere amico solo per frequentazione”. Applausi. E poi via con l'ordinario a cominciare dall'Inter: "E' una squadra con dei giocatori straordinari ma il Genoa sta bene, cercheremo di metterli in difficoltà. Perché mi chiamano "zio Balla"? Io non sono sereno, mai. Sento le responsabilità, mi piace quello che faccio e cerco di farlo bene. Ora quel che è stato è stato ed è stato fatto bene. Siamo concentrati sulla gara di sabato sera, consapevoli delle tante difficoltà ma il Genoa è una squadra che si fa rispettare. Ho trovato un bel gruppo qui, sano: andiamo al campo ed è piacevole avere un rapporto coi ragazzi, è piacevole allenarli. Sono le basi per poter fare un buon lavoro e per ottenere risultati. Laxalt? Noto centravanti sudamericano... Il Genoa ha il dovere di attaccare con più giocatori e poi se è uno o l'altro a segnare va bene. Hanno avuto occasioni Pandev, lo stesso Laxalt, Galabinov e Lapadula: la voglia di creare sempre di più deve essere la costante per noi". Ballardini chiude qui.
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La lezione di Ballardini, professore per un giorno: "Riderò solo quando saremo salvi"
Il tecnico del Genoa ha incontrato i giornalisti
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L’allenatore del Genoa professore per un giorno in un incontro organizzato dall’Ussi nell’ambito dei crediti formativi della categoria giornalistica. Il rispetto e il dialogo con i giocatori, i metodi di allenamento, l’importanza delle poche parole che si possono dire durante l’intervallo e poi il feeling con la piazza rossoblu’: “Mi piace stare qui perché i liguri sono un po’ come me un romagnolo orso, chiuso ma alla fine siamo piu’ compagnoni noi di altri. Qui mi sento a casa”. A Ballardini fanno notare che sorride poco e con molta ironia lui replica così: “Cavolo, arrivo che siamo penultimi, 6 punti in dodici partite e che faccio rido? Mi prendono per deficiente. Fcciamo ancora qualche punto poi vi accontentero’”. Stavolta ridono tutti, pure lui. Cento giorni al Genoa ha molte cose da dire, ma intanto frena: “calma, ne devono passare altri cento o no?”. E alla stampa cosa chiede?: “Preferisco la lealtà alla fedeltà con i giornalisti. Criticatemi pure se è giusto, è piu’ onesto che essere amico solo per frequentazione”. Applausi. E poi via con l'ordinario a cominciare dall'Inter: "E' una squadra con dei giocatori straordinari ma il Genoa sta bene, cercheremo di metterli in difficoltà. Perché mi chiamano "zio Balla"? Io non sono sereno, mai. Sento le responsabilità, mi piace quello che faccio e cerco di farlo bene. Ora quel che è stato è stato ed è stato fatto bene. Siamo concentrati sulla gara di sabato sera, consapevoli delle tante difficoltà ma il Genoa è una squadra che si fa rispettare. Ho trovato un bel gruppo qui, sano: andiamo al campo ed è piacevole avere un rapporto coi ragazzi, è piacevole allenarli. Sono le basi per poter fare un buon lavoro e per ottenere risultati. Laxalt? Noto centravanti sudamericano... Il Genoa ha il dovere di attaccare con più giocatori e poi se è uno o l'altro a segnare va bene. Hanno avuto occasioni Pandev, lo stesso Laxalt, Galabinov e Lapadula: la voglia di creare sempre di più deve essere la costante per noi". Ballardini chiude qui.
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