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Dall'ottimismo alla bonaccia: le cose sono cambiate
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No, non ci sono già state le firme. Nessun annuncio storico è valido. Fake, come si dice in gergo. La vendita del Genoa può ancora avvenire, ma la trattativa non è stato affatto chiusa. Il presidente Enrico Preziosi dieci giorni fa si era fatto prendere dall’entusiasmo annunciando la sua uscita di scena dal Grifone che ha condotto per quasi tre lustri, undici anni peraltro stabilmente in serie A. Non è così.

Il manager Giulio Gallazzi presidente di Sri Group anche dai microfoni di Primocanale ha lanciato il suo ultimatum: entro il 31 luglio di schiude oppure amici, forse, come prima. Dall’ottimismo, al moderato ottimismo, si sta passando alla riflessione che sa di bonaccia. Per carità, le parti si vedono e si parlano ma da quella fuga in avanti di Preziosi le cose sono cambiate.

Gallazzi e quello che potrebbe diventare il presidente si sono concessi ad interviste che a sua volta hanno irritato l’attuale proprietà. Ora serve un week end di silenzi e poi si chiuderà in un senso o in un altro. La sensazione è che si possano riparare le fratture emotive, ma è anche possibile che Preziosi non sia convinto della bontà dell’operazione.

Gallazzi ha detto che è stato fatto tutto quanto necessario per garantire un futuro moderno (spuntano pure fondi delle Isole Vergini) al Genoa e quindi ha ributtato la palla nella metà campo avversaria dove Preziosi per la verità sembra più attento ed assorbito dal mercato (dove si trasforma) per rifare la squadra tra Lapadula e Centurion, che consegnare le azioni agli acquirenti.

I tifosi vivono questa situazione di sospensione in maniera scontata ma pericolosa: infatti si dividono ferocemente sui social tra chi sta di qua e chi sta di la. In mezzo ci sta il Grifone e il suo futuro che è ancora un interrogativo tra banche e alta finanza probabilmente senza un padrone chiaro (ameno ora) e tra plusvalenze e pesanti rateizzazioni ma con un identikit preciso.