La notizia dell'arresto di Abu Nassim, considerato tra i reclutatori di jihadisti in Italia e secondo indiscrezioni collegato al gruppo che gestì il rapimento in Libia di quattro tecnici delle Bonatti, conclusosi con l'uccisione di due di loro, viene accolta da Gino Pollicardo come "un sollievo" anche se il tecnico di Monterosso ha spiegato di non aver mai sentito nomi né visto volti dei sequestratori. Ma, sottolinea, "questa notizia conferma che non eravamo in mano a semplici bande di delinquenti. Ora lo Stato italiano, che si è dimenticato di noi e delle vedove dei miei colleghi deceduti, dovrà riconoscerci come vittime di terrorismo con le tutele che finora non ci sono state date".
"Ci sono troppe cose che vanno chiarite. Se questo Abu Nassim era una pedina importante verso l'Italia, potrebbe aver condotto qualche trattativa. Più volte ci è sembrato di essere sul punto di essere liberati. Ci fornivano vestiti nuovi. Abbiamo pregato i nostri carcerieri di non venderci a Daesh. Le risposte erano evasive. Ci hanno detto che erano interessati solo ai soldi e che Allah non voleva che ci fosse fatto del male".
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