
La maggior parte degli effetti del porto in termini di valore aggiunto (60,9 per cento) resta all'interno della filiera portuale mentre la differenza va, in ordine di quantità, al settore delle attività immobiliari, commercio all'ingrosso, servizi di alloggio e ristorazione, attività di noleggio e leasing, servizi finanziari e attività di studi di architettura e ingegneria, attività ausiliari e dei servizi finanziari e delle attività assicurative e vigilanza e infine attività di servizi per edifici e per paesaggio e attività di supporto alle imprese.
Le stime dello studio Nomisma-Prometeia-Tema dicono che il nuovo Piano regolatore del porto di Genova, con la nuova diga, il Blueprint, gli interventi sull'ambiente, produrrà 940 milioni di valore aggiunto e una crescita di 18 mila posti di lavoro, il 2,8% del totale della Liguria. Il programma di investimenti previsto di 2 miliardi porterà ad un aumento della produzione di circa 6,1 miliardi, un valore aggiunto di 1,9 miliardi e una crescita dell'occupazione di 42 mila unità.
"Lo studio sarà parte integrante della Valutazione di impatto ambientale strategico del Piano regolatore e dà la misura di un patrimonio costruito nel tempo che deve essere preservato e sviluppato. Necessita un impegno costante da parte di tutta la comunità, richiama la responsabilità di tutti per lavorare per il futuro del porto", commenta Marco Sanguineri, direttore pianificazione e sviluppo dell'Autorità portuale di Genova.
IL COMMENTO
Dalla Genova “meravigliosa” a quella della povertà e della solitudine
Vi racconto la magia del concerto dei Beatles a Genova: "Io c'ero"