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intervista a Primocanale della leader di Fratelli d'Italia
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“La candidatura di Toti in Liguria? In generale rispetto al fatto di prendere candidati che non sono della Regione, farei una scelta diversa, però Toti più di tutti poteva unificare e dare la possibilità di costruire una alternativa alla sinistra”.

Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia, spiega così a Primocanale, perché alla fine ha dato l’ok all’appoggio di Giovanni Toti candidato presidente della Regione Liguria, dopo le perplessità espresse dal suo partito.

C’è la voglia di contrastare le politiche della sinistra e del governo Renzi. Politiche sempre più vicine alle lobbies e sempre più lontane dalla gente comune – spiega Meloni - Così è anche in Liguria, dove siamo riusciti a mettere insieme tutto l’alveo del centro destra. Non poteva mancare il nostro sostegno". Il capolista a Genova di Fratelli d'Italia è Matteo Rosso:  “Abbiamo puntato su di lui perché è un’eccellenza di questa regione, è un consigliere uscente, e perché lavora in ambiti strategici come la sanità”.

In Liguria ha fatto discutere anche l’alleanza con NCD e UDC. Meloni spiega: “A livello nazionale siamo su strade diverse, ma non abbiamo messo veti, a differenza della Lega, su NCD nell’alleanza in Liguria. Comunque è Alfano che deve dare risposte: è lui che non è chiaro. In Liguria sostiene politiche di contrasto a quelle che condivide nel governo Renzi, ma è un problema di Alfano, non nostro.

Meloni torna anche sulle vicende legate all’immigrazione: “Il governo deve capire che l’emergenza umanitaria l’Italia non la può gestire da sola. 200 milioni di persone che vivono in paesi che sono teatro di guerra. L’Italia non può fare da sola. Uno dei cristiani che muore massacrato in Nigeria non merita meno solidarietà di quello che scappa dalla Libia e arriva nelle nostre coste. La ricetta di Fratelli d’Italia è questa: si deve intervenire collaborando con il governo libico riconosciuto. Le coste libiche sono controllate dal fondamentalismo islamico. Decide l’Isis chi parte per l’Italia. Si deve andare in Libia e gestire a livello europeo lo smistamento dei profughi. C’è poi il problema del racket della gestione dei clandestini che va affrontato. Quando non lo abbiamo denunciato ci hanno dato dei razzisti, poi si è scoperto che le cooperative rosse ci mangiavano sopra”.