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"Il Comune non si vede, così ci siamo comprati otto paratie di 90 centimetri di altezza e che Dio ce la mandi buona", dice Stefano Baiardi, titolare di un bar all'angolo tra via della Libertà e via Ruspoli, una delle zone più colpite dall'esondazione del Bisagno - E' uno schifo, i lavori del Bisagno sono una priorità assoluta, sul ricorso al Tar avrebbero dovuto decidere in una settimana". Ad aiutare Stefano e il fratello Mauro a sistemare le paratie, c'è un pool di studenti e amici e anche un pensionato munito di trapano, Giovanni Berti: "proviamo a prevenire e ci aiutiamo a vicenda", sorride. Poco più avanti in via Finocchiaro Aprile angolo via Eugenio Ruspoli, il proprietario di un negozio di moto, Federico Serio, ha piazzato due tavole da cantiere davanti alla sarracinesca: "E' tutto quello che mi hanno dato in municipio, anche se servono a poco. Adesso sistemo anche i sacchi di sabbia". Anche in via Fereggiano la paura è tanta. Un esercizio che vende casalinghi si è attrezzato con "la barriera e tanto silicone - dice Rossella G. una delle titolari - Come piove un po' di più le mettiamo, ma qui bisogna che facciano lo scolmatore. Non si può vivere con l'ansia di perdere tutto". Un barista, Orazio Lamonaca si prepara a bloccare le entrate con le tavole e polemizza: "Se aprissero le finestre forse ci darebbero l'allarme in tempo. Qui ci barrichiamo come con l'acqua alta a Venezia". La rabbia è ancora tanta: "Più che le barriere ci vorrebbero le barricate - commenta Ida Marrazzo proprietaria di una sartoria mentre sistema il silicone intorno alla porta d'entrata - il brutto deve ancora arrivare. La crisi e le alluvioni ci faranno morire". Anche la farmacia di via Canevari, a due passi da dove il Bisagno la notte di giovedì scorso ha ucciso un uomo, è protetta da paratie alte quasi due metri. E' scattata l'autodifesa, sperando che le previsioni abbiano annunciato bombe d'acqua non tanto cattive.
IL COMMENTO
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