Da Bologna, Napoli e Torino il vecchio Genoa tornò con forti mal di testa e recriminazioni in serie per aver visto sfuggire tanti punti in finali di partita di totale marca avversaria. Malasorte, distrazioni, azzeccate mosse degli avversari, dettagli contrari: il dibattito fu profondo, idem le analisi, ma di soluzioni pratiche la gestione Vieira non riuscì a trovarne. Fino a sprofondare all’ultimo posto e a restarci.
Il nuovo Genoa, invece, quello sbocciato dalle intuizioni di Murgita e Criscito e poi sviluppato da De Rossi, sta suonando una musica del tutto diversa, decisamente molto più orecchiabile per il popolo rossoblù.
Le esaltanti tappe della risalita
Così, il pareggio col Sassuolo diventa vittoria grazie al colpo di testa vincente di Ostigard all’ultimo respiro. Così, le potenziali sconfitte con Fiorentina e Cagliari vengono cancellate dalle prodezze di Colombo e Martin. Così, il rischio di crollo nel delicato confronto diretto col Verona sparisce all’improvviso grazie alle provvidenziali reti dello stesso Colombo e di Thorsby.
Addirittura sette punti in più
Insomma, nelle ultime quattro partite i punti sembravano uno soltanto, quello di Reggio Emilia. E, invece, al triplice fischio, scopri che sono diventati addirittura otto: la differenza che passa tra la buia notte di un malinconico ultimo posto in classifica e una solare giornata da vivere appena sopra la zona retrocessione. Niente di definitivo, sia chiaro. E, comunque, quantomeno un’interessante base di partenza per lanciare la volata salvezza su fatti concreti.
Al di là di moduli, tecnica e tattica, la vera rivoluzione sembra partita più dalla testa che dai piedi. Ora il Genoa è combattivo fino in fondo, legge meglio le situazioni, soprattutto quelle più delicate dei secondi tempi e dei finali di gara. Un Genoa bravo a girare il vento della delusione in quello della speranza.
I colpi di coda rossoblù
Sassuolo-Genoa da 1-1 a 1-2
Genoa-Fiorentina da 1-2 a 2-2
Cagliari-Genoa da 3-2 a 3-3
Genoa-Verona da 0-1 a 2-1